I ‘BAMBOLINI’ NELLA PIEVANIA DELL’ ANTELLA
Introduzione
1) PREMESSA
Raccontare come si è sviluppata una famiglia contadina nel corso di quasi cinque secoli non èsemplice e facile. Cercarne le tracce, i documenti e le pezze di appoggio, è stato però bello,entusiasmante, curioso e stimolante. Ha permesso di affacciarsi ad un mondo antico ma, tuttosommatsempre uguale nelle linee generali : uomini che nascono per lavorare, che presumibillmente sposano belle donne; famiglie che si sviluppano procreando figli uno dopo l’altro,sperando nei maschi per l’aiuto che poi darebbero nel faticoso lavoro della terra che i padroni gliaffidano, nel tentativo di mantenere i patti che prevedono determinati adempimenti e produzioni.
Alcune famiglie le troviamo sullo stesso podere per decenni e decenni : il nucleo principale dellagrande famiglia dei ‘bambolini del Ginori’, il più esteso dei due rami dell’Antella generati da Jacopo diFrancesco di Lazzaro, è rimasta sul podere denominato prima ‘Antella 2°’, poi ‘Antella di sotto’ nellaproprietà dei Della Gherardesca, poi ’La Villetta’ nella proprietà Ginori, per oltre 150 anni.
Questo non è stato un caso isolato : mio nonno Giovacchino di Emilio (54/A), diceva che lanostra famiglia, l’altro ramo dei bambolini dell’Antella ‐ quelli di Petriolo ‐ era rimasta su questopodere di proprietà dei Moretti, la cui casa era attaccata alla Villa in cima alla cosiddetta salita del ‘bambolino’ fuor dall’Antella verso Osteria Nuova, per circa 200 anni (foto 15 degli allegati).
Nel 1745, come attesta lo ‘Stato delle anime’ riprodotto qui sotto del popolo dell’Antella, troviamo Bernardo di Cosimo sul podere Petriolo, dove la famiglia vi rimarrà stabilmente fino agli anni ‘30 del ‘900 (foto 1). La famiglia vi abitava già almeno dal 1735, come attesta lo ‘Stato delleAnime’ della Pieve di S. M. all’Antella.
Dai ‘Libri dei Saldi’ della Fattoria di Mondeggi, all’epoca di proprietà dei Della Gherardesca,sappiamo che Bernardo, dal 1711 al 1715, era sul podere ‘Cuculia’ di quella Fattoria (foto 2) 1. E’
probabile dunque che la permanenza a Petriolo sia iniziata fino dal 1716.
Foto 1:) Famiglia di Bernardo di Cosimo : Stato delle anime, popolo di S.M. all’Antella 1745.
Questa Ricerca l’ho avviata dopo una telefonata ricevuta nell’autunno 2009 : un certo
Roberto Fantechi mi chiese della possibilità di una nostra parentela. Non ci conoscevamo.
Quando ci siamo incontrati mi ha offerto una copia del suo lavoro appena terminato : una ricerca sulla
sua famiglia (in realtà la Ricerca riguarda tutto il suo ‘ramo’). E’ stata la scintilla e la ragione per cui mi
sono messo a cercare fra le carte, gli archivi e in ogni dove per tentare un’esperienza simile.
Quando ho cercato i Fantechi nelle carte della Pieve di Ripoli, depositate presso l’AAF, ho trovato
fra i battesimi le più antiche registrazioni del cognome
(all. A‐2) e del patronimico
(all. A‐3).
Al termine della Ricerca ho trovato, come si vedrà, radici molto profonde.
2) IMPIANTO GENERALE DELLA RICERCA
Da adesso, ogni nome è seguito da una sigla in parentesi : il numero si riferisce alla casella in cui è collocato con la sua famiglia, la lettera dopo la barra si riferisce al Catalogo relativo : la
A a quello dell’Antella; la
P a quello di Petriolo e la
R a quello di Ripoli. I nomi in azzurro, siano seguiti o no da numeri e lettere in paren- tesi, si riferiscono ai bambolini di Petriolo.
Dalle carte fin’ora reperite risulta che tutti i Fantechi riportati nei 2 Cataloghi di questa Ricerca (
A e
R), dunque la maggior parte dei Fantechi di Bagno a Ripoli (che come vedremo alla fine, se nati in queste Pievanie sono tutti bambolini), hanno avuto inizio dal ceppo di Lazaro
(000/A e R), la cui nascita non è documentata ma presunta, come quella del figlio Francesco, 1545 ? (
00/A e R). Questi ha generato fra gli altri figli Jacopo (
0/A) e Antonio (
0/R). Da Jacopo e Antonio in avanti i documenti ci consegnano le date di nascita del 95% dei personaggi censiti. Questi tre personaggi sono nati nella Pievania di Ripoli.
I due grandi rami dei bambolini della Pievania dell’Antella, del Ginori e di Petriolo, prendono dunque l’avvio dal tronco di Jacopo (
0/A), tramite suo figlio Pierantonio (
1/A). Da uno dei figli di quest’ultimo, Cosimo (
4/A), dunque dal tronco di Jacopo, discende direttamente il ramo di Petriolo e in questo la linea della mia famiglia. Degli altri due figli, Francesco darà l’impulso al più vasto ramo dei ‘bambolini del Ginori’.
Da adesso le Pievanie dell’Antella e di Ripoli saranno chiamate più semplicemente Antella (se abbreviata
A) e Ripoli (se abbreviata
R).
Dalle carte risulta che Pierantonio di Jacopo (
1/
A) è nato a Ripoli (vedi 5/
R), confermando alcuni
dei dati rilevati nelle carte dell’Antella, e che da Caterina di Domenico Raveggi, sposata il 20.1.1635, ha
avuto sette figli di cui cinque maschi, tre dei quali hanno lasciato traccia con le loro famiglie. Uno di
questi è appunto Cosimo (
4/
A) che, con le due sorelle, è stato battezzato a Ripoli : ciò significa che
Pierantonio ha vissuto un po’ nella zona dell’Antella dove si è sposato e un po’ in quella di Ripoli, per
dopo tornare all’Antella dove sono stati battezzati gli altri tre figli e sviluppato il ramo e la famiglia :
scorrendo le registrazioni di date e luoghi dei battesimi, le carte ci consegnano questo risultato.
Dunque, partendo da questi primi antenati, l’abbozzo della mia linea è il seguente : Lazzaro, da cui
Francesco, da cui Jacopo, da cui Pierantonio quindi Cosimo, Bernardo e così via .
La linea di quel Roberto della telefonata, partendo dai suoi primi antenati, è la seguente : Lazzaro
(000/R), da cui Francesco (
00/R), da cui Antonio (
0/R), da cui Orazio (
16/R), quindi Cosimo, Orazio, Carlo e così via (
allegati C e E).
Dunque Jacopo e Antonio di Francesco erano fratelli (
00/A & R); Pierantonio (
5/R), (dopo sarà
1/A nel Catalogo dei bambolini dell’Antella) e Orazio (
16/R) erano cugini e così via!.
Il quadro è dunque questo : da quello che si può definire “il ceppo”, cioè Francesco di Lazzaro (
00/A & R) prendono avvio i due grandi tronchi. Quello dell’Antella si scinderà ulteriormente in due rami : del Ginori e di Petriolo, rappresentati e descritti quasi integralmente nel
C.A. e quello di Ripoli che, se anche non è stato seguito analizzato e catalogato altrettanto precisamente, dimostra fuori da ogni dubbio come sia imparentato, fin dall’antico, con i bambolini dell’Antella. Anche questo ramo sarà destinato a ramificarsi ulteriormente nei secoli a venire con decine di famiglie e nuclei. Alla fine fra i 2 Cataloghi e le schede allegate oltre 1200 le persone censite in questa Ricerca, suddivise in 205 nuclei di cui 172 nel Catalogo di Antella. Una genealogia nel corso di 5 secoli che purtroppo, per ragioni di privacy, che tuttavia rispetto, non può essere completa- mente documentata fini ai nostri giorni.
La parentela con il ramo di Roberto ( i bambolini di Vicchio di Rimaggio) è stata dunque accertata : ci
siamo incontrati dopo oltre tre secoli dall’inizio delle nostre vicende genealogiche documentate : Roberto : 1929 – 1583 = 346 anni; Franco : 1941 – 1589=352 anni. 346+352 = 681:2=340,5 anni
(all C).
Anche se NON a quell’antico Lazaro Romolo di Pagolo (foto di copertina), nato all’Antella nel
1561 e poi scomparso dai registri, si deve tutto ad un altro Lazzaro, da cui Francesco, che a sua
volta ha dato vita il 23.3.1583 ad Antonio e l’11.2.1589 a Jacopo (
1/R) (all.C).
I 2 Cataloghi e gli allegati aiuteranno a comprendere lo sviluppo e l’ampiezza dei diversi rami.
3) LA RICERCA
3/1 L’ Archivio Storico del Comune di Bagno a Ripoli
(ASCBR).
La Ricerca è iniziata per censire i Fantechi dell’Antella, per poi spaziare nella Pievania di Ripoli, anche per verificare se c’era ‐ adesso è documentato ‐ il collegamento con il ramo di Roberto, di una famiglia Fantechi, bambolini anch’esso stante la comune origine, che ha vissuto per secoli a Vicchio di Rimaggio. Da subito alcuni dati hanno incoraggiato la Ricerca in questa direzione.
L’ipotesi di lavoro era la seguente : censire tutti i Fantechi, valutarne provenienza e destinazione per realizzare la ‘mappa’ delle famiglie ; capire il grado di parentela con e fra queste e rintracciare e conoscere eventuali parenti, da aggiungere a quelli già noti. Tuttavia, anche se il metodo dilettantesco adottato non è stato esat- tamente quello migliore, alla fine ha dato i risultati sperati, quali ad esempio alcune linee di famiglie provenienti dallo stesso ceppo, tutt’ora attive di cui due di cugini di 4° grado
(all. P), oltre a quelle di cugini di 1° e 2° ed a quella di mio fratello.
Sono partito da quella miniera di dati e notizie conservate nell’
ASCBR, cercando fra i Censimenti del 1821, del 1841 e del 1871, in alcuni faldoni e filze di carte sparse e fra gli elenchi dei possidenti di case e poderi : la speranza era quella di trovare altre tracce di antichi Fantechi
(2).
Alcuni dati e nomi alla fine sono usciti : ad esempio il nome del podere su cui hanno lavorato i miei bambolini :
Petriolo (la descrizione scritta anticamente era :…”
luogo detto a Petriolo “)
(vedi foto 1). Il Podere era di proprietà dei Moretti, una ricca famiglia di Firenze : Domenico di Lorenzo Moretti l'acquistò dai Procura- tori dei ‘Poveri Vergognosi di San Martino’. Ancora prima il luogo, villa, casa dei lavoratori e podere, ave- vano altro nome : ‘Il Corriere’, dal mestiere di un antico proprietario, Guido d’Agnolo, di mestiere corriere, che lo acquistò da un tessitore, certo Francesco di Leforo. Infine ho passato in rassegna i ‘Fogli di Famiglia’ relativi alle zona di indagine ed altre, compilati dopo l’Unità d’Italia, sui quali sono riportati tutti i dati dei vecchi documenti in possesso del Comune e le notizie riguardanti le famiglie : dunque le persone. Ho quindi registrato queste famiglie Fantechi delle varie zone di Bagno a Ripoli, trascrivendo i cognomi delle mogli e le date di nascita di tutti. Di ogni foglio ho rilevato la sua collocazione nel contenitore. Di ogni conte-
nitore visitato ho realizzato la mappa del loro contenuto che resta a disposizione di altri ricercatori.
Su questi ‘fogli’ è descritto lo sviluppo delle famiglie, non solo la loro composizione al momento della com- pilazione successiva al 1861. In alcuni di questi sono registrati fino a 140 anni di storia famigliare. Un buon esercizio è stato quello di confrontare i tre Censimenti e cercare di capire come si sono divise e/o sviluppate le famiglie descritte nel primo, confrontandole con i dati dei battesimi rilevati negli Archivi delle Pievi e dello Curia fiorentina : l'Archivio Arcivescovile di Firenze
(AAF).
Tutto questo materiale è stato utile per riscontrare e precisare il successivo lavoro di composizione delle famiglie, soprattutto in presenza del ripetersi dei nomi nei vari nuclei dei vari rami.
2) Le date riportate nella presente Ricerca, quando si tratta delle nascite, sono spesso riferite a quella del battesimo.
3) Carocci G. : ‘I dintorni di Firenze’. Questo lavoro fondamentale è una delle guide primarie per le ricerche storiografiche sui dintorni della città. Con questa descrizione, annotando una casa impo- nente, ma non artisticamente emergente, dimostratutta la sua attenzione ai manufatti storicamente significativi e documentati.
3/2 L’Archivio Arcivescovile dell’ Arcidiocesi di Firenze
(AAF)
Dai faldoni conservati ho iniziato a catalogare i battesimi della Pieve dell’Antella, rilevando in quale pagina sono registrati questi nomi, oltre che – per curiosità e solo all’inizio della Ricerca – anche i ‘compari’. Fra maschi e femmine ne ho letti molte decine di migliaia e registrati parecchie centinaia. Il primo giorno di ricerche c’è stato il colpo di fortuna, quello che incoraggia gli inesperti : ‘
addi 16 Gennaio 1561 si batezo Lazaro & Romolo, di Pagolo, di Lazaro Fantechi’ (foto di copertina).
Dopo aver letta e riletta questa registrazione di non chiarissima scrittura , mi sono rivolto al personale per la conferma che l’ha letta facilmente, mi hanno guardato e chiesto : ‘
Lei si chiama Fantechi, vero? ‘, forse leggendomi in viso l’emozione! Il Faldone riguardava i Battesimi dal 1490 al 1573. Ho letto e riletto più volte, prima e dopo la data di Lazaro Romolo. Anche nelle settimane successive, a mente e occhi freschi : di Fantechi sono mancate tracce per molti anni successivi
(4).
Infatti la successiva registrazione è del 14.9.1613, ben distante da quella di Lazaro Romolo :riguardava una certa Maria di Zanobi, di Francesco e di Ciandra (Alessandra). Dall’Archivio della Curia ho rilevato, oltre che i battesimi, anche matrimoni e morti. Sono informazioni che servono molto per il riscontro dei dati e la completezza della Ricerca. In questo archivio quindi ho registrato i battesimi, matrimoni e morti dell’Antella, di Ripoli, Ruballa, Morgiano, San Felice a Ema, S. Martino a Strada, Quarate, Tizzano, S. Giusto a Ema, di Impruneta ecc.., I dati dei Battesimi sono stati la base per la composizione delle varie famiglie come è des- critto più avanti.
4) Una delle difficoltà nell’approccio ai vecchi documenti, oltre che la cura con cui maneggiarli, è sicuramente la scrittura. La mano che aveva scritto il documento in oggetto era almeno la quinta dall’inizio della filza.
3/3 L’Archivio della Pieve dell’Antella (
APA)
Ho chiesto all’amico Silvano Guerrini, oltre che alcune dritte per la Ricerca, l’aiuto per accedere all’Archivio della Pieve. Questi mi ha presentato al Pievano, don Martini, che mi ha autorizzato alla consultazione. Dagli ‘
Stati delle Anime’ presenti in quell’Archivio ho compreso la composizione di tutte le famiglie e rilevato il podere da loro lavorato. La composizione di queste famiglie mi ha permesso di confrontare i dati rilevati altrove e di chiarire alcuni dubbi, specialmente con il ripetersi dei nomi. Ho scattato anche diverse foto di quei documenti : alla fine però trovi che non hai scritto o fotografato abbastanza tutto quel che serve e dun- que ti manca sempre qualche dato, come nel caso di Cosimo
(14/A) di cui ho trovato figli di un’altra madre,
con una spiegazione molto semplice : prima della rilettura totale di tutti i dati mi era sfuggito che, da vedovo, si era sposato una seconda volta.
3/3‐bis L’Archivio della Pieve di S. Pietro a Ripoli
Avevo chiesto al Pievano l’accesso a quell’Archivio, almeno per verificare quali registri e filze vi sono conservati. Purtroppo e con mio rammarico, l’ indisponibilità del Pievano, ancorche’ ammantata di cortesia, non mi ha consentito questa verifica. Resta l’incognita su quanto e cosa avrei potuto trovare ed il rammarico di non avere avuto questa opportunità.
3/4 L’Archivio Storico del Comune di Firenze
(ASCFI)
Per cercare tracce di parentela con famiglie Fantechi, sedicenti bambolini, registrate nelle carte del Comune del Galluzzo e sviluppate nel territorio ripolese, ho consultato, in questo bell’Archivio, i Registri delle nascite e dei matrimoni e quando è ricorsa la necessità, delle morti nel vecchio Comune del Galluzzo. Questo Co- mune comprendeva una parte di territorio oggi del Comune di Bagno a Ripoli: dunque registrazioni dal 1865 al 1928, anno in cui quel Comune venne soppresso.
Questa ricerca ha permesso di individuare alcune famiglie, che poi si sono ulteriormente sviluppate sul ter- ritorio divenuto ripolese per effetto della ridefinizione dei confini comunali.
Per individuare il legame parentale e il percorso di tali famiglie è stata seguita questa ipotesi : dato che i loro membri si definiscono bambolini, delle due l’una : erano bambolini dell’Antella o Ripoli emigrati nel territorio del Galluzzo con quel patronimico e poi si sono ritrovati ripolesi per effetto dei nuovi confini, oppure erano così appellati semplicemente in ragione del loro cognome : Fantechi = bambolini? Per la stessa ragione la ricerca si è estesa alle Pievi circostanti il territorio del Galluzzo : S. Maria alla Impruneta e San Felice a Ema. Nelle filze dell ‘
AAF la registrazione del primo Fantechi battezzato nella Pieve di Impruneta, riguarda Caterina di Antonio di Santi e di M. Francesca di Lessandro Picciuoli, battezzata il 26.11.1707 (
RPC 907.1, 1688‐1718)
(4-a). Questi risultati fanno pensare che non sia in questo territorio l’origine dei Fantechi. Dai docu- menti non si comprende da dove provenissero padre e nonno di questa Caterina. Potrebbe essere stata una famiglia emigrata dal territorio oggetto di questa Ricerca? I documenti di S. Felice a Ema, che non vanno più indietro del 1575, hanno dato molti risultati, confermando alcune ipotesi di parentele poi registrate nel Cata- logo, grazie al notevole sviluppo di alcune famiglie della zona di S. Giusto a Ema. Lo stesso vale per le carte di S. Martino a Strada che hanno permessi di far luce in molte situazioni. Fra queste la ricostruzione delle famiglie di Tommaso
(10/A), di Niccolò e Zanobi
(18 e 80/A), oltre che perfezionare la composizione di molte altre e raggiungere il numero di 172 !!.
Cercando in antichi Registri e Filze di più territori e Pievi ci si imbatte spesso in nomi, notizie e trascrizioni curiose e inconsuete.
(4-a) : RPC: Registri delle Parrocchie di Cmpagna.
3/5 L’Archivio Della Gherardesca c/o la Provincia di Firenze
(ADGPF)
Una grossa parte è depositato presso la Provincia di Firenze a seguito dell’acquisizione della Fattoria e d Villa di Mondeggi. E’ di una mole impressionante, zeppo di dati relativi alla gestione di quella e di altre Fattorie di quella antica famiglia. Ho consultato soltanto i ‘
Libri dei saldi’ dei poderi, non per verificare i debiti (molti) e le rendite (poche), ma per capire se, quando e in quale podere sono stati i Fantechi.
Fino da Bernardino (Bernardo)
(8/A), dal 1711 al 1713 sul podere
Cuculia ( ma forse anche prima con altri proprietari), i Fantechi sono stati contadini dei Della Gherardesca lavorando diversi poderi : Francesco
(2/A), Pierantonio
(5/A), Gaetano
(13/A), ecc…, sul podere detto
Antella.
Altri sui poderi
Torretta, Bacìo, Valle Sopra, Casa Ema, Porcellino, Fornace, Cerretino, Casella, …
Purtroppo sui ‘
Libri dei Saldi’ sono riportati solo i capofamiglia : dunque da questa fonte non si conosce la composizione delle famiglie che hanno lavorato questi poderi.
3/6 La Biblioteca Moreniana
(BM)
In questa Biblioteca sono conservati, fra i molti tesori librari, alcuni bellissimi Cabrei della Fattoria di Mon- deggi quando era nella proprietà dei Della Gherardesca. Con il nulla‐osta della Direzione della Biblioteca è stato possibile riprodurre il magnifico Cabreo del podere
Cuculia (all. D-1) forse il più bello della colle- zione, che fu lavorato da Bernardino (Bernardo
8/A)
(foto 2/allegati).
3/7 Un libro ‘Poggio Casciano : un paesaggio restaurato’
In questo bellissimo volume ho trovato tracce del podere
Bacìo, lavorato da Niccolò di Tommaso M.
(10/A) dal 1782 al 1816, quando era nella proprietà dei Della Gherardesca
(5).
La cortesia dell’attuale proprietario, il Dott. Paolo Folonari, un gentiluomo d’altri tempi che si misura con i ritmi e i problemi dettati dalla vita odierna, non ha esitato un momento ad accompagnarmi laddove mi pre- meva. Con questo gentile signore imprestato all’imprenditoria, ho potuto visitare questa ed altre 2 case già nella sua disponibilità :
Casa Ema e Valle Sopra, i cui poderi forono lavorati da alcuni Fantechi.
5) Si tratta di un’antica casa addossata alla ben più antica Chiesa di S.. Margherita a Casciano, di origine medioevale. La traccia di un arco murato , forse di origine più antica, potrebbe far pensare all’esistenza di una precedente ‘guardinga’ (foto 3/allegati).
4) LA CATALOGAZIONE
4/1 Il Catalogo dei bambolini dell’Antella
(C.A.) (quando nel testo è abbinato al n° : ../
A).
La fonte principale e più consistente per conoscere i risultati della Ricerca sui bambolini dell’Antella è certa- mente questo Catalogo, dove fin dalle prime registrazioni con i dati ‐ in parte presunti
(000– 00 ‐) in parte documentati (da
0 di Jacopo di Francesco in avanti) –, sono censiti quasi tutti i Fantechi di questa Pievania e non solo. I Fantechi antichi con qualche certezza, quelli più recenti invece con qualche difficoltà a causa degli spostamenti e della privacy che come detto,non consente di accedere completamente ai loro dati.
4/2 Il Catalogo dei bambolini di Petriolo
(C.P.) (l' allegato non c'é in questa pubblicazione sul BLOG)
Mi è piaciuto fare un Catalogo specifico di questo ramo, da cui si rileva la mia linea diretta, per esaltare ‐ oltre che l’attaccamento al nome che porto‐ l’orgoglio dell’antico patronimico, la cui origine potrebbe essere oggetto di altro Studio e Ricerca : alcune interessanti tracce e lucide intuizioni suggerite da Michele Turchi, potrebbero portare ad incrociarlo con le
Fattorie dei Nocenti. (6).
4/3 Il Catalogo dei bambolini della Pieve di Ripoli
(C.R:) (idem c.s. :
R)
(all. E)
Per soddisfare la curiosità e accertare la possibile parentela con Roberto Fantechi (quello della telefonata) ho realizzato questo Catalogo in forma sintetica che ho fermato poco oltre la registrazione di Roberto, come a me premeva. Nel corso della Ricerca, come era accaduto in precedenza, ho preso contatto con alcune fami- glie per avere informazioni e riscontri di dati e date. Ho trovato collaborazione, interesse ai risultati e qualche legame per antiche parentele.
4/4 La catalogazione e la numerazione
Come accennato sopra ho collocato ogni nucleo familiare in una casella propria. Al suo capofamiglia ho assegnato un numero fino da quando era nella famiglia di origine.Il sistema adottato è numerico : parte dal primo dei Fantechi di cui è documentato lo sviluppo della propria famiglia. Per quanto riguarda il grande ramo dell’Antella si tratta di Pierantonio di Jacopo, di Francesco, di Lazzaro, a cui è assegnato il n° 1
(1/A).
(6) Romby G.C. :’Le proprietà dell’ Ospedale degli Innocenti di Firenze’ – Documenti e Cartografia. L’Autrice da conto, con una minuziosa ricerca archivistica, delle proprietà acquisite nella maggior parte dei casi per lasciti a vario titolo – anche devozionale e in remissione‐, di questo antico e famoso Istituto fiorentino. Un approfondimento circa il possibile raccordo bambolino/puttino, quale simbolo dell’Istituto degli Innocenti, non sarebbe del tutto inutile visto che il podere ‘Vicelli’ della allora Fattoria di S. Donato, non è distante dai luoghi indagati nella presente Ricerca e potrebbe non essere l’unico.
Dunque ho dato un numero ad ogni maschio che ha avuto una sua famiglia ‐ fin da quando è nel suo nucleo originale ‐ che nel proseguo corrisponde alla casella in cui è collocato.
Questo numero, in parentesi e in nero, si trova sotto o accanto al nome edata di nascita di ognuno; in seguito diventerà il n° della propria casella in cui sarà descritta la sua famiglia. I figli di questo Pierantonio che hanno avuto famiglia – giusto per restare all’esempio ‐ hanno i numeri
2, 3 e
4 che indicano la casella in cui sono descritte le loro famiglie. Servono inoltre ad individuare la relazione di parentela fra tutti i personaggi censiti.
I nomi dei maschi che hanno avuto famiglia sono stampati in
rosso nella loro famiglia di origine. Quelli dei maschi di cui non c’è notizia di una loro famiglia sono stampati in
verde. I maschi di cui conosco l’identità, se ancora celibi, sono stampati in
arancio. Ai personaggi di cui è conosciuta la morte, è aggiunta una crocetta (+) in nero. Alle femmine non è stato assegnato nessun numero : hanno tuttavia il nome e la data di nascita stampati in nero. A Cosimo
(4/A) e successori, miei ascendenti, così come ai miei discendenti, è assegnata la colorazione
azzurra; al loro numero nel
C.A., è aggiunta una lettera
azzurra che sarà utilizzata nello specifi- co Catalogo dei bambolini di Petriolo (che
NON é allegato a questa pubblicazione).
Per completare il panorama dei bambolini di Antella e Ripoli ‐ nella maggior parte dei casi fra loro impa- rentati ‐ nel tentativo di presentare il risultato più possibile completo ‐ è allegato il Catalogo di Ripoli
(C.R.) frutto della ricerca svolta sui registri della Pieve di Ripoli presso l’
AAF (all. E, citato), iniziata per accertare la eventuale parentela con Roberto di cui ho detto sopra.
4/5 Altre famiglie Fantechi
(allegati G)
In questo paragrafo sono ricordate alcune famiglie che, al termine di questa Ricerca, non risulta abbiano rapporti di parentela con i bambolini di Antella e Ripoli rappresentati nel Catalogo.Ho allegato le relative schede per la ragione che hanno vissuto a lungo nelle zone oggetto della indagine, dopo avere cercato in ogni direzione la possibilità della parentela. Alcune le ho raccolte in un’ unica scheda e definite ‘Antiche’ di Antella, Ruballa, Montisoni e S. Andrea a Morgiano
(all. G1). Le altre : del ‘Macellaro’ di Osteria Nuova
(all. G2); adesso integrata nel
C.R.da n°
49 al
52, quella numerosa di Enzo che inizia la residenza nelle zone di Ripoli con Giustino di Torello
(all. G3) e quella di Mauro
(all. G4) . Queste ultime due sono tutt’ora attive. Infine quella di Pellegrino, che nato il 23.4.1798 nel popolo di S. Stefano a Campoli, da Giuseppe fu Jacopo e Violante di Giovanni Poggi, il 14.5.1824 sposa Angela di Sabastiano Bonciani, dopo rimasto ve- dovo, Paradisa Ravenni del popolo di San Martino a Strada, sviluppando la sua famiglia nelle zone indagate
(all. G5).
Al momento, salvo che il
Macellaro, non è stato trovato nessun legame di parentela con le famiglie registrate nei 2 Cataloghi. Potrebbe trattarsi di Fantechi, soli o con famiglia, uscite dalle zone indagate per matrimonio e/o lavoro e successivamente rientrati e insediati nei territori di Antella o Ripoli.
Questa incertezza sembra destinata a rimanere tale : si tratterebbe altrimenti di verificare in tutti gli Archivi delle Pievi e Parrocchie delle Curie fiorentina e fiesolana per tentare di accertare l’ eventualità di una paren- tela.
Ma l’indagine continua !!
Sembra strano ma in antico, quando le persone venivano registrate con la data di nascita, il suo nome, quelli del padre e nonno; della madre, di suo padre e a volte del nonno, era assai facile la loro identificazione e collocazione. Da dopo l’Unità d’Italia, dove è registrata la data di nascita, il nome, quello del padre e della madre, per confermare le identità servono anche i registri delle nozze e talvolta delle morti.
4/6 La collocazione di ognuno
I Cataloghi sono dunque divisi in caselle numerate : in ognuna di queste è riportato un nucleo familiare. Quando è stato possibile ‐ ma sono solo pochi casi ‐ sono messi in successione padri e figli.
Il numero di casella, quando è seguito da doppia barra
(//
) indica che la famiglia non ha avuto seguito (per es. a causa della nascita di sole figlie femmine) o non risulta nonostante le ricerche svolte.
Nel
C.A. le famiglie dei bambolini di Petriolo sono riconoscibili dalla lettera di colore azzurro che segue il numero. Queste lettere saranno la cronologia di queste famiglie nel loro Catalogo particolare
(che non c'é).
4/7 Criterio nella catalogazione
Le registrazioni sui Cataloghi partono dall’antico e, nel tentativo di mantenere la cronologia, il criterio adot- tato è stato questo che chiamo piramidale, salvo aggiustamenti per necessità pratiche a seguito di riscontri successivi alle varie riletture e stesure : ciò per non rimaneggiare tutta la catalogazione. Si veda in particolare e solo per es. nell’ultima parte del
C.A. le Caselle nn. 101, 103, 105, 106, 107, 132, 152 e 158 come siano distanti dai rispettivi predecessori! Per tornare al criterio : ad esempio si parte da 1; poi i figli di 1, cioè 2, 3 e 4; quindi i figli di 2, poi quelli di 3, quindi quelli di 4. Dopo di questi i figli dei figli del primo dei figli di 1 e così via.
1
2, 3, 4
2‐1, 2‐2, 2‐3; 3‐1, 3‐2; 4‐1; *
B,1/1 ‐ B,1/2 ‐ B,1/3 ‐ C,1/1 ‐ C,1/2 – D,1/1 ecc…
*
Non tutti i soggetti hanno avuto pari numero di figli.
Gli ascendenti e discendenti del mio ramo, sia con la diversa colorazione azzurra che con quella normale, sono inseriti nel
C. A. tenendo di conto il più possibile della cronologia e della loro relazione di parentela con tutti gli altri. Si veda ad esempio che Cosimo
(4/A) è inserito con gli altri figli di Pierantonio
(1/A) di cui è
fratello; che Bernardo
(8/A) e Santi
(9/A), fratelli perché figli di Cosimo, sono inseriti con il gruppo dei loro cugini : Lorenzo
(6/A) e Agostino
(7/A), figli di Francesco loro zio
(2/A), in quanto fratello di Cosimo.
4/8 Le Mogli
Non era infrequente che alla morte del marito la vedova si risposasse con un fratello del defunto rimanendo spesso nella famiglia. Così come in alcuni casi era il vedovo a risposarsi con una sorella della defunta por- tandola solitamente in casa (vedi
12/A ).
4/9 La collocazione di tutti nel
C.A.
Ogni maschio di questo Catalogo che ha avuto famiglia è identificato, come sopra detto, con un numero in parentesi e riportato in un elenco ordinato alfabeticamente.
5) SPOSTAMENTI FRA RIPOLI E ANTELLA; INGRESSI E USCITE NEI E DAI CONFINI DELLE ZONE INDAGATE
5/1 3 casi di spostamenti e/o rientri fra le 2 Pievanie e da/con altre zone.
1) La famiglia di Mattio di Antonio
(44/A) si era trasferita dal territorio della Pievania di Ripoli in quello dell’Antella (da adesso Ripoli e Antella), stabilendosi sul podere
Il Passerino o
Le Passerine. Suo figlio Isidoro, sposato con Maria di Antonio Davitti il 7.2.1744, ha battezzato il suo primo figlio, Mattio, alla Antella, nel 1745. I figli di Cosimo di Bernardo
(14/A), che in quegli anni vivevano a ‘Petriolo’, potrebbero aver giocato con quelli di Mattio, loro secondi cugini, che vivevano in un podere sul poggio di fronte. Isidoro si sarà reso conto che si era insediato in mezzo a famiglie imparentate con la sua fin dal 1540 circa? L’ante del suo bisnonno, Lazaro, era infatti fratello di Jacopo (vedi NOTE di seguito alla casella
47/A), cioè quello che ha dato l’avvio al tronco di Antella. Ho dato una colorazione
rossa ai numeri delle caselle di questo ramo, detto di Isidoro per diversificarlo, mantenendo però la giusta successione nel Catalogo, anche se, come detto, soltanto vagamente cronologica. A questo ramo sono particolarmente legato per la ragione che mi ha fatto lavorare molto. Fra i battesimi registrati all’ Antella, ad un certo punto ‘spunta’ Isidoro di Mattio a cui seguono i suoi figli. Dico ‘spunta’ perché non avevo rilevato la presenza del padre : Mattio!
Ho ripassato per giorni e giorni le Filze già viste alla sua ricerca : niente di niente. Solo quando ho cercato fra le carte di Ripoli il possibile legame di parentela con Roberto, ho trovato la traccia della famiglia di Mattio, come evidenzio nelle NOTE all’inizio delle caselle con i numeri rossi (da
43 a
47).
Questo tuttavia non è stato l’unico trasferimento documentato : come detto sopra, Pierantonio
(5/R e dopo
1/A) è nato a Ripoli, ove si è sposato, ha abitato all’Antella dove ha avuto almeno un figlio (Francesco
(2/A), per dopo ritornare a Ripoli (dove sono nati tre figli, fra i quali Cosimo
(4/A), per completare dopo lo sviluppo della sua famiglia all’Antella. Tutte le famiglie da lui discendenti, quasi fino ad arrivare a mio nipote Mirko
(78/A), si sono sviluppate all’Antella.
2) Un altro caso documentato di spostamenti / rientri è quello di Ferdinando, di Giuseppe M. Gaspero
(37/A), battezzato a Ripoli il 10.2.1814 dove è certamente nato, il che afferma che a Ripoli si sia stabilito per un periodo suo padre Giuseppe M. Gaspero con tutta la famiglia
(21/A). In seguito Ferdinando con la sua famiglia si è stabilito (insieme al padre Giuseppe M. Gaspero) all’Antella, nei poderi Porcellino prima e Tor- retta dopo, della Fattoria Mondeggi dei Della Gherardesca.
3) Il terzo caso riguarda la famiglia di Giuseppe, di professione macellaro come poi lo sarà il figlio
(all. G2). Ha abitato a Osteria Nuova nella
Casa Serristori : per chi la conosce ‘
il Landrone’
(7).
Questa famiglia ha avuto uno sviluppo limitato e al momento sfugge da dove sia arrivata e dopo andata.
Adesso, come detto é integrata nel
C.R..
6) LA COMPOSIZIONE DELLE FAMIGLIE
I dati dei battesimi sono stati l’avvio per la composizione delle famiglie : quando ad esempio si legge ‐ per stare ad un caso concreto ‐ che si battezza Francesco, di Pierantonio di Jacopo e di Caterina di Domenico Raveggi, si hanno già alcuni dati importanti per iniziare a formare le famiglie: che Jacopo ha avuto moglie, anche se non se ne conosce il nome (la madre di Pierantonio) e altri figli, fratelli di Pierantonio; che Pier- antonio e la moglie Caterina hanno avuto almeno un figlio, Francesco
(2/A) e in seguito altri.
Adesso si hanno due famiglie : di Jacopo e di Pierantonio. Poi si leggerà che Francesco si è sposato con Lorenza di Giovanni Del Lungo l’ 1.3.1665, che ha battezzato figli e così via. Adesso si hanno i dati di tre famiglie. Per prudenza è sempre opportuno incrociare i dati delle nascite con quelli dei matrimoni e delle morti : si hanno maggiori notizie ma soprattutto conferme. Specialmente nel periodo che va dalla metà del ‘700 alla fine dell’800, alcuni errori – anche se solo momentanei – sono stati indotti dall’approssimazione / somiglianza dell’abbreviazione dei nomi Giovanni e Giuseppe. Lo svolazzo verso l’alto dopo Giu, carat- teristico dell’abbreviazione di Giuseppe, si è a volte confuso con il gambino un po’ troppo in alto della o di Gio di Giovanni. In 2 Registri uguali (uno l’originale, l’altro la sua copia) un Fantechi è parso registrato nel primo Giovanni, nell’altro Giuseppe, fermi restando la data, padre, nonno e madre. Solo il riscontro incro- ciato, con le mogli e con altri dati, ha permesso di dipanare l’incertezza.
Confrontando le date di nascita con gli anni dei componenti le varie famiglie, che venivano rilevati in occa- sione della compilazione annuale dello ‘Stato delle Anime’, appaiono molte inesattezze; lo stesso accade sovrapponendo fra loro vari anni di queste fondamentali rilevazioni annuali e fra queste e le date dei bat- tesimi. Uno degli errori più clamorosi è la registrazione, in
AAF ‐ RPC 43, pag. 384, della nascita di
Marco di Santi di Cosimo e di Lessandra di Francesco Bonaiuti
(C.A./9). Dal registro risulta essere Co-
simo il padre di Marco e dunque marito di Lessandra, della quale invece à suocero in quanto é il padre
di Santi. Incrociando i riscontri del matrimonio di Santi da una parte
(AAF – RPC 55, sez. B) e lo ‘Stato
delle anime’ del 1748 dall’altra, dove la famiglia è sul podere Piagnetto (Marco ha 24 anni), si chiarisce l’equivoco. Questo svarione d’epoca è saltato presto agli occhi, perché Santi è stato fra i primi personaggi del ramo di Petriolo censiti e registrati. Sul
C.A. questa nascita, dopo questi accertamenti, è collocata nella casella giusta : la
n° 9.
A proposito di inesattezze e approssimazioni, anche non lievissime, è allegato a pag.
42 lo
Stato delle Anime del 1739 della famiglia di Bernardo fu Cosimo
(8/A). Oltre al nucleo di Bernardo sono
presenti : il fratello Santi con la moglie Alessandra e due figli fra cui il Marco di cui si à detto sopra,
che ha 15 anni. L’equivoco della paternità di Marco può essere stato ingenerato dalla circostanza che
Santi e Bernardo sono fratelli e Cosimo, in questo caso di Pierantonio, è il loro padre
(1/A).
Esaminando quest’ultimo documento si possono facilmente notare le inesattezze cui si è
accennato, come è nella maggior parte delle scritture ed in particolare in quelle che riportano gli anni
che le persone dicevano di avere, cioè proprio negli
Stati delle Anime. Vediamolo nel dettaglio :
Bernardo nasce nel 1680, avendo qui 59 anni, lo
Stato conferma il 1739; la figlia M. Anna, nata nel
1714, avendo 21 anni daterebbe lo
Stato 1735; Santi, nato nel 1689, con i suoi 48 anni, daterebbe il
documento 1737; Marco, infine, nato nel 1723 (lo attestano 3 documenti) con 15 anni lo daterebbe
nel 1738. L’allegato di cui si dice è stato compilato nell’anno 1739 : quale sarà stata la vera età dei
personaggi registrati ?
(all. D‐2).
(7) Turchi M. : ‘Storie di un Paese’ vol. 3, pag. 16. L’Autore, con questo suo lavoro appassionato, ha praticamente concluso la documentazione generale della frazione di Osteria Nuove donde è nato. Le precisazioni e i completamenti, rispetto ai precedenti voll. 1 e 2, gli stemmi esaminati di cui è maestro, e l’attenta analisi della antica viabilità rapportata alla attuale, fanno di un libro documentario uno studio reso chiaro grazie allo stile della sua scrittura.
Anche con il ripetersi degli stessi nomi c’è stato di frequente il rischio di confusione. Quando il problema si à presentato, con i riscontri e la pazienza, tutto è andato a posto!
E’ molto importante, nei casi di omonimia, trovare citati nei registri la data di nascita, il nome del padre, del nonno oltre a quello della madre. L’anno di nascita, età e nome sono talvolta imprecisi. Talvolta si è confuso il padre con il nonno : a volte è stato il nome della madre che ha aiutato ad individuare i reali genitori e rimet- tere le cose a posto.
Nelle registrazioni dei Battesimi solo dal 1500 ben inoltrato in avanti è riportato il nome delle madri delle quali all’inizio, mancava il cognome : ad es. Ciandra e nient’altro
(all. G‐1 n° 2); solo più avanti si è aggiunto il nome dei loro padri : Maddalena di Lorenzo
(8/R) e così via, ma come nella maggior parte dei casi, ancora senza cognome. Del resto erano ancora pochi i cognomi delle famiglie. Solo verso la fine del ‘500 si afferma- no e li troviamo registrati, spesso a seguito dell’elaborazione di un appellativo : mugnaio, che sta all’erta, che tosa (pela) i cani, che sta alla casa vecchia, ecc… (Mugnai, Dell’Erta, Pelacani, Casavecchi e così via).
Come non sempre sono registrati tutti i secondi e terzi nomi, per cui un Francesco Antonio Maria è a volte registrato come Francesco, altre come Francesco Antonio. Quando per comporre la famiglia si tratta di capire quali figli ha avuto, con queste imprecisioni l’attribuzione diventa complicata. In tal caso il nome della madre e a volte del suocero diviene l’elemento prezioso!
6/1 I nomi : approccio ad una statistica
E’ utile premettere che le statistiche relative ai nomi sono state fatte sulla base di come sono stati rilevati dai Libri dei Battesimi, dando per acquisito che quello trovato scritto, anche se composto da più nomi, sia stato quello che hanno inteso imporre i genitori. Dai Registri dell’Anagrafe il nome rilevato è stato il primo se i successivi – quando presenti – sono separati da virgole, intendendo questi come secondi e terzi nomi.
Le statistiche riguardano i Cataloghi di Antella e Ripoli e le schede allegate delle altre famiglie
(gli all. G). Serve chiarire inoltre che il criterio adottato per le abbreviazioni dei nomi è il seguente : la
M significa sempre Maria anche nel caso di secondo o terzo nome di maschi; la
G Gaspare/Gaspero/a; la
A sempre Angiolo o Angelo/a. Nelle caselle di origine il nome è quasi sempre scritto – compatibilmente con lo spazio ‐ per este- so. Ad es. Leopoldo Serafino Giorgio Martino nella sua casella
137/A., è abbreviato rispetto a quella di ori- gine
133/A. E’ curioso ma normale come i nomi, nei diversi rami e famiglie, siano praticamente gli stessi, spesso tramandati da nonni a nipoti. Difficilmente i nomi caratterizzanti si travasano fra i diversi rami e fami- glie. Fra i nomi maggiormente imposti si rilevano (relativamente ai maschi ed al solo primo nome): Giuseppe, Francesco, Luigi, Antonio. Fra le femmine : Maria, Maddalena, M. Rosa, Caterina,… Molti nomi sono se- guiti da un secondo ed anche dal terzo nome.
Ad esempio Gaspero (o Gaspare) : si legge spesso come primo, ma anche come secondo e terzo nome (es. Pietro Maria Gaspero
(27/A). Molte volte si legge Maria come secondo o terzo nome dei maschi (vedi l’esempio di cui sopra). Anche i nomi composti da due o tre nomi sono ben rappresentati. Ci sono tuttavia alcuni nomi che caratterizzano i vari rami. Esaminiamo qualche esempio nelle caselle del
C.A. ove sono rap- presentati i bambolini di Petriolo (riconoscibili dalla lettera di colore
azzurro aggiunto al numero) per veri- ficare come si siano comportati in questo ramo. Sono presenti solo una volta i nomi Angiolo e Michele asse- gnati allo stesso figlio
(14‐ D) e Angiola come primo nome
(4-A). Il ramo è caratterizzato invece da diversi Eugenio e Emilio, anche al femminile (da
48-N in poi). Giovacchino e Cosimo si ripetono due volte. Sono invece totalmente assenti, nel confronto con gli altri rami che invece li caratterizzano, quelli di Gaetano
e Felice. E’ facile notare come molti genitori abbiano attribuito lo stesso nome a due o più figli : questo si- gnifica sempre che il primo è morto (
15-R, 16-F e 17-G). In altri casi, quando si è voluto dare lo stesso nome a più figli, se n’ è aggiunto un secondo a chi è nato dopo. Ad esempio : Maria Rosa ( nata gemella con Maria Anna) ha avuto sorella M. Rosa Gaspera, nome imposto anche una seconda volta
(8-B).
C’è addirittura un nucleo dove con insistenza si è aggiunto Gaspero al nome dei figli : ben due volte a Miche- le, una dei quali con già un altro nome; ed altrettante a Maria già secondo nome, dopo averlo imposto quale secondo nome ad un gemello
(14-D). Naturalmente oltre alla tradizione, c’era da seguire la moda dei nomi, come accade anche adesso. Intorno al 1600 si rileva Cosimo quale nome di moda; più avanti anche Ferdi- nando e Leopoldo per riferirsi ad altri Granduchi fiorentini. Il nome Ferdinando, figlio di Giuseppe M. Gas- pero
(21/A), entra per la prima volta nei Fantechi dell’ Antella il 10.2.1814. Ferdinando e Fernando non sono mai stati imposti nel ramo di Petriolo. Nelle famiglie dell’altro ramo dei Fantechi di Antella (quello cosiddetto del Ginori) descritte nel
C.A. (cioé le famiglie con i numeri di casella che non hanno le lettere
az- zurre) nel 1800 ha prevalso il nome Gasparo/Gaspare, in tutte le maniere : come 1°, 2° o 3° nome. Anche i nomi Michele e Angelo hanno avuto molta popolarità.
E’ curioso rilevare come intorno al 1770 si siano battezzate alcune femmine col nome di Violante, data la popolarità della Governatrice di Siena che in quegli anni riordinò le norme e le Contrade per il Palio di quella città, il cui impianto è tutt’ora vigente
(8). Più anticamente, per circa 100 anni, era il nome Romolo (o Rom- bolo) declinato anche al femminile ad accompagnare il primo nome, come il nostro Lazaro Romolo del 1561.
Inutile dire che fra le femmine il nome più diffuso nei 2 i Cataloghi è Maria : lo troviamo molto spesso fra le femmine catalogate, sopratutto come 1°, ma anche come 2° e 3° nome. Come dato storico : quando ho trovato la registrazione del Battesimo di Lazaro Romolo, i cognomi erano praticamente assenti. La maggior parte si chiamavano : Antonio di Francesco, Giovanni di Lorenzo e così via. Quando andava bene era ripor- tato un altro elemento identificativo : mugnaio, fabbro, curandajo, beccaio, fusaio, oppure il toponimo : di Balatro, di Pontaema ecc
6/2 I ‘bambolini’
Come già detto, per cercare un collegamento con la famiglia di Roberto, ho consultato i Libri della Pieve di Ripoli disponibili c/o l’
AAF. In questi sono registrati i battezzati delle Parrocchie suffraganee della Pieve, fra queste Baroncelli. In questa ho trovato una miniera di bambolini. Come anche all’Antella, in genere sono registrati dopo il cognome in questa maniera : …
detto il bambolino; oppure ..
dei bambolini, o anche ..
detti bambolini.
Nei registri della Pieve di Ripoli è registrato un matrimonio, celebrato a Baroncelli, dove è utilizzato il patronimico declinato al plurale e usato come cognome che è da supporsi presente almeno dal 1561: Fran- cesco di Lazaro Bambolini, la registrazione è del 9.10.1583 : Francesco
(00/A) era uno dei testimoni a queste nozze. Potrebbe essere questo il Francesco di cui si parla in un documento dei
Capitani di Parte del
1583 in cui si legge di una strada di 770 braccia e di un bosco quercino di
francesco dal bambolino ?
(foto 4/allegati) (9).
Questo dato sembra indicare che quello di Baroncelli, o comunque la Pievania di Ripoli, sia stato il territorio in cui ha preso vita e affermato questo patronimico, o dove maggiormente si è consolidato e diffuso, proba- bilmente esportato nella Pievania dell’Antella da Pierantonio di Jacopo dove con la moglie Caterina andò a stabilirsi
(1/A).
Sapevo da tempo dei bambolini del Ginori che hanno vissuto per circa 150 anni in quella Fattoria. Sapevo anche delle molte famiglie Fantechi di Fattucchia vissute in quella zona. In antico erano registrate nel popolo di S. Giusto a Ema. Dopo l’Unità d’Italia e fino al 1928 erano cittadini del Comune del Galluzzo. Poi, alla
soppressione di questo Ente, furono inglobati nel Comune di Bagno a Ripoli. Le registrazioni dei loro bat-
tesimi sono così suddivise : una parte alla Pieve di Antella, l’altra in quella di San Felice a Ema. I membri di
della Famiglia di Brunetto, anch’essi sedicenti bambolini, che avevo registrati su scheda che volevo allegare al Catalogo, si sono rivelati imparentati. Una buona parte la troviamo nei Registri delle Nascite del Comune del Galluzzo, donde provengono. Prima di trovare l’anello che li congiungeva alla
106/A, le caselle da
119 a
131 e la
139, tutte del
C.A., erano registrate su schede come gli
allegati G, di cui ho detto sopra.
(8) Dundes A.,
Falassi A. : ‘La terra in Piazza’ E’ probabilmente il libro maggiormente
divulgativo dei misteri e curiosità del Palio di Siena : secondo i
senesi si dovrebbe dire solo Palio, in quanto unico.
(9) Archivio di Stato di Firenze, Capitani di Parte, Schizzi e misure di strade, 118. Anche Roberto si presentò giustamente come bambolino. Il dato è schematizzato nell’
all. C. Fra le scritture più antiche che riportano il patronimico c’è quella del 22.12.1584, quando si battezzò
Tomaso figliolo di
Francesco di Lazaro dal bambolino et di M. Caterina figliola di Francesco Lepri, popolo della Pieve di ripoli…”
(1/R) : questa è anche la prima volta in cui si legge ‘bambolino’ (
all. A‐3 già citato).
Più avanti Raffaello
(2/R) ha la seguente registrazione del battesimo avvenuto il 6.2.1605 :
Raffaello di Lazaro, di Francesco bambolini, a conferma della immediata e facile identificazione, ma anche della consolidata e diffusa notorietà di questo patronimico tanto da soppiantare il cognome.
Più avanti, nel 1649, è riportato anche in occasione della morte di :..
Bastiano di Pier Antonio Fantechi, detto bambolino..’
(1/A), registrata nelle carte della Pieve di Antella.
6/3 La prolificità
Scorrendo i Cataloghi è facile constatare la prolificità delle famiglie : alcune famiglie hanno avuto fino a undici figli fra maschi e femmine. A proposito si vedano le famiglie
6 ‐ 8 –11/A.
Una delle ragioni era sicuramente la necessità di avere ‘braccia’ per lavorare il podere : per questo si contava soprattutto sulla prole maschile. Non sempre però andava bene (vedi la famiglia
11/A ). Ma c’era sicuramente anche la circostanza che all’epoca mancavano riscaldamento e TV, per cui i passatempi erano meno di adesso : si andava a letto molto presto e non si leggeva per prendere sonno, le notti invernali erano molto fredde, per cui c’era la necessità di scaldarsi!! Inoltre, la nessuna conoscenza del metodo Ogino‐Knaus, la mancanza di preservativi e la necessità dell’obbedienza al precetto religioso hanno fatto il resto.
Nei mesi da Luglio a Dicembre, che corrispondono ai mesi di maggior freddo di nove mesi prima, (Ottobre / Marzo) sono nati molti bambini. Probabilmente mancando il riscaldamento, il freddo consigliava di giacere ben stretti! Nei restanti sei mesi ne sono nati altrettanti : anche la pennichella nei mesi estivi
aiutava la cresci- ta della famiglia.
6/4 Considerazioni sulle famiglie dei bambolini dell’Antella.
Dal Grafico Genealogico Generale
(all. S) risulta evidente la maggiore estensione del ramo che prende avvio con Francesco di Pierantonio
(2/A) che con i suoi due figli, rispettivamente Pierantonio
(5/A) e Lorenzo
(6/A), estendono considerevolmente da subito i loro rami dall’antico ceppo comune. In particolare Lorenzo tramite i suoi figli Angelo Maria, Felice Maria e Tommaso Maria. E' questo l’inizio del grande ramo dei bam- bolini del Ginori.
Quello invece dei bambolini di Petriolo, che al momento si ferma a Giulio di Giorgi di Paolo
(168‐A) si sviluppa in diversi casi uno su uno. Osservando il Grafico dell’
all. S o anche il
C. A. si nota come in questo ramo alcune generazioni abbiano prodotto un solo maschio che l’ha proseguita : da Cosimo
(14) a Vincen- z(i)o
(23), il primo dei Giovacchino
(26), Eugenio di Emilio
(55) Luigi di Eugenio
(73), Emilio di Giovacchino
(72), Fabrizio di Emilio
(76), io stesso
(74), Marco
(75), Neri
(78) e Lorenzo
(79).
Ci sono tuttavia le potenzialità per un ulteriore sviluppo con i giovani
arancio dell’
allegato S).
7) CONCLUSIONI
7/1 I bambolini e la Storia
Per inquadrare il procedere di questi rami e famiglie di bambolini nelle maglie della Grande Storia, che si è mossa indipendentemente da loro, alcune domande vengono spontanee : le loro risposte, in un senso o nell’altro, offrirebbero diverse e opposte chiavi di lettura. Per esempio :
1) Gli anni successivi alla scoperta dell’America erano quelli delle prime grandi navigazioni ed esplorazioni che avvenivano ad ogni piè sospinto : una di queste ha segnato la gloria di un loro vicino di casa, un grevigiano. Questi fatti di portata universale non avranno certo influito nella loro vita ma, in seguito, ne avran- no percepita l’importanza? Ma soprattutto, avranno avuto conoscenza delle imprese di Colombo, di Verraz- zano, di Magellano ? Avranno mai sentito dire che la Terra è rotonda? E se sì, quando? E in questo caso, come avranno accolto la notizia?
2) Negli anni dei primi passi documentati di queste famiglie nelle due Pievanie, è probabile che si siano trovati in qualche misura coinvolti nelle vicende legate al grande accampamento che si estendeva da Me’Oste al Monastero del Paradiso. Nel 1529 la piana di Ripoli era invasa dall’esercito di Filiberto d’Orange che pose l’assedio a Firenze per la restaurazione dei Medici al potere . Di queste truppe si rammentano le devastazioni e distruzioni dei campi e la depredazione di quel poco che avevano le misere popolazioni della piana. Circa 2 secoli dopo, i danni, procurati da altro esercito, furono in parte risarciti. Non fu così in questo caso.
Nel territorio di Vicchio di Rimaggio vivevano Mariotto, suo figlio Giovanni e sua nipote Angelicha Diamante & Romola. Angelicha, che era nata il 27 Ottobre 1510 (
all. A-2), se ancota vivente, avrebbe avuto in quello anno 19 anni.. Lazzaro
(000/A), nonno di Jacopo
(0/A) e di Antonio
(7/R) aveva all’incirca 8 anni. Queste persone avranno mai saputo che mentre i fiorentini e loro stessi sopportavano la presenza di questi soldati, in Piazza S. Croce si giocava una partita di calcio ? Di quel genere che oggi si chiama
Calcio in Costume? Saranno state al corrente che quel passatempo si praticava normalmente anche in tempo di pace, forse con gran concorso e divertimento del popolo?
3) La grande siccità di Firenze del 1534, si risolse con la traslazione in città, in Processione solenne devo- zionale e votiva, dell’Immagine della Madonna di S. Maria all’ Impruneta venerata da secoli e artefice di altri Miracoli. Chissà se un bambolino vi avrà preso parte! La processione si svolse soprattutto a vantaggio della città, anche se il problema acqua riguardava sicuramente anche i poderi da lui coltivati. I padroni vivevano nella maggior parte dei casi in città, comunque vi avevano grandi palazzi bisognosi d’acqua. Forse anche per ‘lisciare’ quei padroni qualcuno si sentì tenuto a parteciparvi?
4) Lazaro
(000/A), suo figlio Francesco con i figli Zanobi, Piero e Sabatino
(00/A), si saranno resi conto che erano stati catapultati d’autorità e senza preavviso, dieci giorni più avanti nel mese di Ottobre del 1582, gius- to per rimettere in sesto il calendario che, da li in avanti, si sarebbe chiamato Gregoriano? Certamente non ce n’ erano per la casa, ma se ci fosse stato un calendario attaccato ad una parete, o dietro la porta della cuci- na, come si sarebbero raccapezzati dopo questo scombinamento? Ma soprattutto, lo avrebbero compreso?
5) Se i bambolini avessero sentito parlare de ‘I Pastori antellesi’, c’è da immaginare che li avrebbero pensati a condurre al pascolo e mungere le pecore. O cos’ altro? Ma se li avessero incontrati, allegri e felici‐ ma senza le greggi – come li avrebbero giudicati? Che spiegazione si sarebbero data del loro peregrinare gaudente in quelle campagne? Erano talmente a loro vicini, tanto da far pensare ad alcuni incontri. La frequentazione di quelle campagne è stata costante e prolungata nel tempo : Belmonte, Balatro, (L’) Appeg- gi, Morgiano ecc... Se interpellati, avranno scambiato con loro alcune parole togliendosi il cappello? Forse no, ma sarebbe interessante immaginare quali pensieri siano passati per le loro teste.
(10).
6) Avranno sentito parlare della Rivoluzione Francese del 1789? Avranno saputo che regnanti, nobiltà e clero erano stati decapitati? Avranno in tal caso sperato in altrettanto rivolgimento socio‐economico? Bambolini 40‐50enni ce n’erano : solo per citarne qualcuno, Niccolò, M. Rosa e M. Stella
(10/A); Fran- cesco Antonio
(19/A); Gio‐Batta, Giuseppe e Michele M. Gaspero
(12/A).
7) Sicuramente la questione non li riguardava per niente, ma la cancellazione della pena di morte voluta da Pietro Leopoldo nel Granducato di Toscana nel 1786, primo fra gli Stati del mondo, non può essere passata loro inosservata. Di quella che oggi riconosciamo come grande conquista della Civiltà ‐ giudizio sicuramente controverso all’epoca ‐ cosa ne avranno pensato? Avranno scambiato qualche opinione in piazza, al termine della Messa domenicale? Opinioni diverse dai soliti discorsi sulla divisione con i padroni, sui raccolti e sulle ‘bestie’ nella stalla. Sarà stato davvero cosi?
8) Il 1801 fu l’anno che Alessandro Volta inventò la Pila che alla lunga avrebbe affrancato la gente dal farsi luce con grassi e olii. Le stanze delle case avevano sicuramente le pareti nere a causa del fumo, non solo dei focolari ma anche di questi lumi. Nel 1801 alcuni bambolini avevano una 30ina di anni : Santi M. Gaspero
(13/A), Francesco M. Gaspero
(14/A); Antonio M. Gaspero e M. Virginia
(16/A) Vincenzo M. Gaspero
(22/A) tanto per rammentare qualcuno in questa fascia di età : non ne avranno di sicuro tratto alcuni dei benefici possibili, ma gli sarà almeno arrivata la notizia?
9) Anna Teresa e Susanna Maria
(26/A), si saranno rese conto, nel seguito della loro vita, che
erano nate nello stesso anno della sconfitta di Napoleone a Waterloo? Gaetano e Ferdinando
(21/A), avranno mai saputo di essere nati sotto il Regno di Napoleone? Pietro
(21/A) e Giuseppe
(30/A), avranno mai saputo di essere nati lo stesso anno della sua morte?
10) Con quale stato d’animo avranno vissuto l’epidemia di colera del 1855, durante la quale avranno se-
polto chi la madre, chi la sorella, chi fratelli e chi figli? Certamente impotenti e forse anche rassegnati al fato, certo confidando nella benevolenza del cielo. Forse con lo stato d’animo di sentirsi in colpa per qualcosa che non sapevano o non comprendevano, rimettendosi quando alla fortuna, quando alle preghiere.
11) In quale misura avranno partecipato al movimento per l’annessione della Toscana al Regno che stava nascendo? Eppure Ubaldino Peruzzi era di casa all’ Antella. I suoi poderi confinavano con quello di Petriolo, e non solo, su cui in quegli anni ci lavoravani i bambolini delle caselle
26/A e
48/A. Altri bambolini, quelli delle caselle
27, 28 e 29/A, lavoravano altri poderi che, se anche non confinanti, erano pur sempre nei din- torni di Antella dove il Peruzzi era certamente ben noto. Chi nel 1861, anno dell’unificazione dell’Italia, aveva dai 20 ai 40 anni : Giovanni Gaspero Maria
29/A, Luigi
32/A, Michele Sebastiano
35/A, Natale
36/A, in che modo può aver partecipato e, semmai, contribuito all’evento?
12) Avranno conosciuto il personaggio descritto nel racconto
Il bamboccio, che un giornalista tedesco,
assiduo frequentatore del salotto che donna Emilia Peruzzi teneva in città e nella villa dell’ Antella ‐ tanto da dedicarglielo – , pubblicava a puntate sul giornale del quale era corrispondente da Firenze, all’ora capitale del Regno d’ Italia? A leggerlo, nonostante la voluta storpiatura di nomi e luoghi, non si esce dalla sensazione che si trattasse proprio di un bambolino. Dunque uno di loro, certamente un cugino o di qualcuno fratello, era un rubacuori e dongiovanni!!
(11).
(10) Casprini M. : ‘I pastori antellesi’.
13) Insieme alle notizie dal fronte della Grande Guerra, quali echi saranno giunti della Rivoluzione Bolscevica del 1917? Cosa potrebbero in tal caso aver mai pensato di quel Paese lontano? Qualcuno dei bambolini, se gli fosse arrivata a notizia, ci potrebbe aver fatto un pensiero circa le speranze che quell’evento poteva su- scitare? Frequentando le S.M.S., attive e presenti in quel tempo all’Antella e Balatro, avranno pur scambiato qualche opinione con amici e conoscenti. Il movimento cooperativo era ben affermato ed operante in varie zone della Pievania. Collegabili a quel grande evento, saranno state oggetto di valutazione e di giudizio? Anche di speranza? Non a tutte le persone è dato vivere ed essere presente e commentare alcuni dei grandi fatti della Grande Storia. In quale misura ne avranno avuto consapevolezza?
(11) Homberger
F.‐ Manfredini M. M. : ’Il bamboccio’. Una copia , edita nel 1902 dallo
Stabilimento Tip. G. Civelli , è stata recuperata da Massimo Casprini
su una bancherella nel centro di Firenze. Homberger , corrispondente per
il suo giornale dalla Capitale d’ Italia, trasmetteva, con altri
scritti, anche pezzi di costume.
7/2 Alcune considerazioni personali
Scrivere è un’Arte; saper scrivere è una competenza che si acquisisce e apprende con lo studio. Non ho studiato abbastanza da imparare a scrivere come si deve. Spero però che almeno l’intenzione e l’esposizione di questa Ricerca risultino comprensibili a chi avrà interesse a leggerla, districandosi fra le non sempre chia- ssime spiegazioni e connessioni, parentele, rami, famiglie, nuclei familiari e nomi identici.
Ma anche l’esposizione del risultato di una Ricerca sarebbe da farsi da chi conosce il giusto modo. Anche per questa ci sono determinati canoni e metodi. Probabilmente sembrerà – ma forse lo è veramente ‐ un po’ pasticciata, disorganica e in alcuni passi e parti anche ripetitiva. Anche la sintesi e la chiarezza sono un dono e un’ Arte. Beato chi ce l’ha!
Chi, per errore, complimento, inganno, affetto o buona fede, mi definisse
ricercatore sbaglierebbe ‘in fatto e in diritto’. Lo prenderei però per un complimento, ringraziando molto.
Penso invece che la ricerca sia una cosa seria, che abbia poco a che vedere con questo lavoro e non sia solo mettere insieme dati e date come in questo caso; assemblare nuclei e famiglie sulla base di documenti, intui- zione e/o logica.
La Ricerca, si è tramutata presto in un fatto che mi ha molto appassionato. E’ iniziata per tentar di trovare alcuni antenati nati appena prima dei nonni, giusto per verificare quanto affermava mio nonno, circa la permanenza bi‐centenaria sul podere Petriolo. Poi, strada facendo, è risultato vero il detto popolare che …l’appetito vien mangiando! Alla fine si è tramutata in una indigestione!
La scelta iniziale era quella di documentare le parentele e verificare l’esistenza di parenti, oltre a Marco, ai miei cugini di primo e secondo grado e mio nipote Lorenzo (nell’ordine :
75, 76, 77, 79/A). A cose fatte quasi tutti i Fantechi di Bagno a Ripoli sono parenti, salvo – ma sarebbe un dato da documentare ‐ che non siano venuti da fuori, come sembra sia stato per le famiglie di cui agli
all. G. Per l’ individuazione e verifica delle parentele è sufficiente scorrere il Grafico
(all. S), o seguire le linee parentali
(all. P), o anche i numeri delle caselle del
(C.A.).
La scelta di fare un Catalogo a parte dei bambolini di Petriolo non è stata fatta per delimitare territori o prendere distanze e misure. Semplicemente per risaltare con un po’ d’orgoglio – questo me lo sono consentito – il ramo e quelle specifiche famiglie. Una cosa appare certa : erano come tutte le altre famiglie
Fantechi delle Pievanie con loro imparentate, che hanno frequentato nei secoli, come loro hanno sofferto, chissà?, forse anche la fame.
Certamente hanno condiviso il dolore per la morte dei tanti figli, la maggior parte dei quali nei primi giorni e anni di vita; come anche la fatica del duro lavoro nei campi, con i poveri mezzi tecnici e le scarse conoscenze dell’epoca. L’altra scelta, quella cioè di segnalare con diverso colore, anche all’interno del ramo di Petriolo,
quella che definisco ‘la mia linea diretta’, non è stata una scelta per escludere, ma una maniera per dare
maggior visibilità a questa linea. E’ un privilegio che mi sono arrogato di esercitare in quanto autore della
Ricerca.
Nel corso di questa ho registrato molti bambolini : alla fine ben oltre un migliaio (su almeno circa 250.000 nomi letti), ognuno con la propria storia che si ricava dal battesimo, dalla morte e dallo
Stato delle Anime. Chi senza figli maschi
(25, 39, 40, 41/A); chi con un maschio dopo 9 femmine
(11/A); chi senza nessun figlio (
7, 89 e 117/A). Alcuni, che rimasti senza padre, entrano (vengono accolti ?) In famiglie di parenti : Zanobi
(10/A); altri che tentano di condurre il podere senza molte braccia : Barbera ved. di Tommaso M. on i 2 figli : Niccolò e Zanobi
(10/A). Il maggiore, Niccolò, condurrà in seguito i poderi
Bacìo (foto 3/allegati) e
Casa Ema (12).
Alcuni hanno avuto nomi raffinati, gentili e inconsueti per dei contadini : Niccolò (
3 e 10/A), Tommaso M. (
10 e 18/A), e Bernardo Di Cosimo
(8/A). Bernardo è stato imposto solamente altre 2 volte nel corso di 5 secoli e lo troviamo soltanto nel
C.A.
Ebbene, lo confesso candidamente : dopo aver seguito Bernardo dalla sua nascita, registrato il matrimonio e la nascita dei molti figli, quando ho letto la registrazione della morte, avvenuta a 77 anni il 26.2.1759
(RPC 60, Sez. A), ne sono rimasto dispiaciuto, tanto questo personaggio mi era entrato, come si suol dire,
sotto la pelle.
Si trattava pur sempre di un antenato, di un antico nonno.
Questo antenato mi era parso speciale da subito, per il nome e anche per essere sposato con Virginia di Giovanni Piccardi, donna incontrata chissà dove, ad una Fiera? nel corso di una festa popolare? in occa- sione del matrimonio di un parente, di un amico? Era del popolo di San Martino a San Prognano (Sampro- gnano), Diocesi di Fiesole, sposata il 15.11.1710
(foto 5/allegati).
Nell’atto di matrimonio si legge che gli annunci (denunzie) di queste nozze: ‘…
si sono fatte in tre
giorni festivi intram Missam Solemnia secondo i comandi del Sacro Concilio di Trento….’ secondo la
consuetudine
(foto 6/allegati).
Virginia, altro bel nome che a me pare addirittura sontuoso, ma perfetto per l’abbinamento con quello del marito : Bernardo. Ma anche per la circostanza che hanno vissuto nel podere
Cuculia prima di trasferirsi in quello di Petriolo
(foto 7/allegati). Quale abbinamento più romantico di questo potrebbe esserci!!
(13).
Adesso non so come sottrarmi ad un giudizio fors’ anche (anzi certamente) sarcastico, ma questa
antica coppia di antenati l’ho seguita con grande affetto.
(12) Nel 1779 Zanobi, che aveva 23 anni, era garzone nella famiglia di Angiolo fu Lorenzo, suo zio, nella casa n° 99 (La Villetta?) dei Della Gherardesca, secondo lo Stato delle Anime dell’Antella. Fino al 1753 la famiglia di Tommaso M. viveva insieme a quelle dei suoi fratelli Angiolo capo-famiglia e di Felice : la ‘grande famiglia’ contadina di cui all’all. 33-a; Nel 1754 troviamo questa famiglia in una casa in affitto, nel centro di Antella. Zanobi sarebbe nato solo nel 1756. Dopo la morte di Tommaso M., probabilmente nel 1759 e fino al 1777, la vedova, M. Barbera Lensi con i due figli, Niccolo’ e Zanobi, abitarono un’ altra casa, sempre dei Della Gherardesca, molto probabilmente adiacente a quella dei cognati Angiolo e Felice, da questi aiutati a tirare avanti. Nel 1779, mentre Zanobi era gar- zone dagli zii, la madre ed il fratello, secondo lo Stato delle Anime
, abitavano la casa n° 98 (vicino ai cognati?) insieme ad una coppia la cui moglie, nata Bonciani, era certamente parente (sorella ? nipo- te ?) della prima moglie di suo suocero Lorenzo di Francesco di Pierantonio (6/A).
Solo molto più tardi Zanobi, all’età di 33 anni, un’età abbastanza avanzata per quell’epoca, si sposò creando una sua famiglia con ben 8 figli (80/A). Il n° della casella di origine di Zanobi (10/A) molto distante da questa della sua famiglia, dimostra come abbia acquisito molto tardi i dati del suo matri- monio e famiglia.
(13) La foto non c’entra molto col testo, ma era un’occasione per pubblicarla: del resto si tratta pur empre di una foto scattata davanti alla capanna del podere
Petriolo.
7/3 Infine
Devo riconoscere che i diversi accertamenti di parentela in cui mi sono imbattuto mi hanno ripagato molto delle fatiche profuse. Ho avuto curiosità e piacere ad incontrare lontanissimi parenti, i cui antenati erano cugi- ni dei miei, per mostrare loro i risultati tratti dai documenti che dimostrano l’antica parentela. Questa iniziativa ha suscitato curiosità e attenzione : in tutti i casi è stata apprezzata
(allegati P e S).
Spero di poter mostrare questi risultati ad ognuno, quando alla fine ci ritroveremo in molti intorno ad una ta- vola imbandita a presentarsi in veste di lontani parenti. Quello sarà il finale più piacevole e bello.
Questa Ricerca poteva essere più completa e tenere conto anche delle diramazioni e parentele che si sono formate attraverso le femmine nate Fantechi. Così come poteva essere prestata una maggiore attenzione ai nuclei familiari che si sono formati a seguito della divisione naturale delle grandi famiglie e seguirli dove si so- no spostati fra i poderi della Pievania e altrove.
Io non ci ho neppure provato. Avevo comunque raggiunto lo scopo prefisso : trovare le radici della famiglia.
Così facendo ho trovato insieme all’ orgoglio del cognome quello del
patronimico.
7/4 Precisazioni
Mi preme evidenziare che la Ricerca, non essendo stata pensata e condotta con metodo scientifico per tale ragione non ne ha il carattere. Ciò detto credo che sarebbe molto riduttivo interpretarla come una mera attività di passatempo, perché i riscontri – fin dove sono stati possibili – sono stati accorti e, nella maggior parte dei casi, ben accurati, senza tuttavia sfiorare il filologismo. Dunque questa Ricerca ha finalità documentaristica, non scientifica.
Inoltre le date di nascita dei personaggi censiti, ricavate dai libri dei battesimi ‐ dunque prima della istituzione degli uffici di anagrafe dei Comuni ‐ descritti poi nei Cataloghi e Schede, sono riferite, nella maggior parte dei casi, a quella di battesimo. E’ stata una scelta di praticità e snellezza nel reperimento e trascrizione dei dati.
Ancora : quando accanto o sotto al nome è riportato soltanto l’anno di nascita seguito dal punto di domanda, tale data presunta è stata, in genere, collocata all’incirca 25 anni prima di quella della trascrizione della nasci- ta del primo dei suoi figli. Quando è nota soltanto la data di nascita del primo dei nipoti, l’anno di nascita del padre e del nonno – anche queste presunte ‐ sono collocate con il medesimo criterio, seguendo la stessa falsariga di ragionamento, oppure aggiustandole in modo il più possibile logico.
Infine, le date riportate non tengono in alcun conto dell’ inizio dell’anno fiorentino : anno
ab incarnazione.
F.F.
P.S.: Per ragioni legate alla non abile gestione del programma di scrittura, l’aspetto grafico generale é molto compromesso. Inoltre, per la medesima ragione, la ricerca verrà presentata in più
post. A questa Introdu- zione seguiranno
(anzi, come sapiamo, per ragioni tecniche sarà preceduta sul blog) dunque altre parti: Note aggiuntive, il Catalogo dei bambolini dell' Antella
(C.A.), numerosi allegati, fra cui il Catalogo di Ripoli
(C.R.), le foto richiamate in questo testo ed altre ancora.
Francoeffe.