Solo un anno fa, ma neppure 6 mesi fa, avrei mai pensato di scrivere questo post sui migranti. E' un argomento difficile da affrontare, almeno per me, tuttavia mi pare necessariao iniziare una riflessione seria e, per quanto possibile, approfondita. Da subito sgombro il campo da facili suggestioni del tipo: poverini, il rischio di annegare, la fame e le guerre ed altro simile. Seppure che tutti questi ingredienti ci siano, e tutti. Anche quegli argomenti del tipo becero, leghista e razzista, che pure troneggiano nel dibattito, non fanno per me. Eppure sono parte dei ragionamentti, in positivo e negativo. Vediamo come procedere per punti:
1) cosa li spinge ad attraversare il mare? Fame, guerre e tutto ciò di cui sopra? Il desiderio di guadagnarsi uno spazio migliore per la vita? Cosa d'altro?
2) Sapranno certamente quando partono da casa, ma di sicuro non quando arriveranno; ma poi, lo sanno dove?
3) Si mettono in mano a gente sconosciuta, di certo non di loro fiducia se non solo nella prima parte del viaggio, che prosegue - immagino - gestito da altri cui saranno affidati? venduti?
4) E' probabile che investano tutti i loro averi in un viaggio estremamente pericoloso e dall'esito incerto, come incerto - ormai dovrebbero averlo saputo - sarà l'approdo, se arrivati, e le sue conseguenze.
5) Ormai avranno saputo anche che li potrebbe aspettare un lungo ed indefinito periodo di soggiorno (?) in campi di, dirò così, contenimento, in attesa di a) rimpatrio; b) trasferimenti. Comunque con tribolazioni per mesi e mesi.
6) Credo anche che mettano in conto che potrebbero rientrare nella percentuale di migranti torturati e violentati quando non annegati, se non addirittura tutto questo. La domanda allora si ripete: cosa li spinge ...?
Guiardiamo cosa avviene qua da noi, come ci poniamo nei confronti dei migranti ed il complesso dell'operazion e dei problemi e interrogativi che aprono.
a) Nel Mediterraneo é stata messa in piedi un'operazione internazionale che si svolge in più step: 1) appena i barconi/gommini/pescherecci lascano i porti, in genere libici, lanciano l'SOSe le navi si prodigano per trarli in salvo; b) tutte le navi sbarcano i migranti nei porti italiani, lasciandoli in carico al nostro Paese; c) i migranti vengono avviati ai vari centri per il soggiorno protetto, per l'identificazione ed altre operazioni di PS; d) una parte dei migranti nel frattempo scappano e si danno latitanti, giocando al gatto e topo con le Forze dell'Ordine; e) la maggior parte dei migranti vorrebbe raggiungere altri Paesi che non l'Italia, ma gli accordi internazionali prevedono che l'Italia li debba gestirefino al riconoscimento del loro status. Questi sono grosso modi i punti su cui riflettere
Alcune domande:
1) E' proprio necessario andare a soccorrerli appena appena fuori dalle acque libiche? A momenti verranno presi sulla spiaggia e poi, chissà, forse nel deserto;
2) Quali mezzi ha l'Italia per modificare il trattato di Dublino che prevede la gestione dei migranti a cura del Paese in cui sono sbarcati; 3) Perché devono sbarcare soltanto in Italia, anche se sono salvati da navi di altri Paesi?
3) Perché l'Italia non ha forza e capacità di pretendere dall'Europa la perfetta divisione degli impegni economici che l'operazione migranti comporta e la uguale ripartizione degli sbarcati?
4) Perché anziché spendere soldi per il mantenimento dei migranti nei vari centri non si ingaggiano funzionari per un rapido disbrigo delle pratiche a loro relative?
5) Non metto in dubbio il principio dell'accoglienza, ma mi chiedo se dovrà essere così per tutti gli africani che attraverseranno il mare; é vero che non tutti saranno da accogliere, ma intanto rimangono anni se non si adotta la possibilità offerta dal precedente punto 4;
6) Non mi parrebbe scandaloso impiegare i migranti in attesa di accertamenti, in lavori di manutenzione e ripristino: renderebbero parte di ciò che ricevono guadagnandosi il pane quotidiano: della serie 'non sono più grasse le vacche'!;
7) Forse converrebbe fare un tentativo di allacciare rapporti anche con l'altra metà della Libia: chissà? potrebbe essere disposta, a determinate condizioni, ad accogliere i migranti respinti;
8) Può l'Italia continuare ad accogliere quella parte di popolazione africana e asiatica in cerca. legittimamente, di altra e migliore vita?
9) Finora l'approccio al problema é stato un non approccio, barcamenandoci fra ideologie e pietismi, atteggiamento caritatevole e tentativi di lavarci in qualche maniera la coscienza, senza progredire nell'analisi e, sopratutto, senza trovare vie d'uscita. Queste NON potranno essere 'accogliamoli tutti'!
Tentativi di soluzione.
Accantonata la strampalata idea di affondare i barconi nei porti africani, come scoraggiare quelle genti a non partire per le ragioni accennate sopra?
Si potrebbe fare una vasta e capillare informazione di cosa li aspetta in Italia? Potremmo informare che oltre al rischio della traversata, potrebbero incorrere nel respingimento, che potrebbe equivalere alla perdita del loro investimento. E a questo proposito: ma dove li trovano i mezzi economici per sostentarsi per x mesi senza poter determinare il loro destino? Se si parla di migliaia di € per ognuno e talvolta si spostano famiglie di 3 o 4 persone, la domanda si impone di nuovo.
Perché no ripristinare i flussi a numnero chiuso; Come fare? éresto detto: si fa circolare voce sulla necessità di presentarsi alle Ambasciate italiane dei Paesi a loro vicini per consultare le liste di richiesta. Informati come sono, stante i telefoni new generation di cui sono provvisti ...; poi dopo alcune notizie on-line di respingiemti in blocco per non aver osservato tale procedura .... si impara presto. Ma da noi le porte non sono solo aperte, sono spalancate!!
Alla fine: se l'Italia é parte dell'Europa politica (ancora imperfetta, se non appena comincata) e se questa Europa a stento vuol sentire parlare di migranti, quando non li abbandona al proprio destino (é avvenuto fino a poco tempo fa che, ad es. Malta NON corresse al soccorso), se siamo Europa forse dovremmo/potremmo adeguarci e condividere le responsabilità con gli altri Stati sull'accoglienza o non accoglienza. Comincio a chiedermi fino a quando, al ritmo di questi giorni - circa oltre 1000/dì -, potremo durare ad accoglier tutti, svenandoci. Dovere dell' accoglienza é una cosa, ma l'accoglienza all'infinito é ben altro! L'Africa é ben vasta e popolosa!
Senza contare l'impoverimento dei Paesi da cui provengono i migranti,
nella maggior parte giovani e talvolta con un certo grado di istruzione;
quei Paesi vengono in tal maniera privati di forze che invece dovrebbero concorrere al
loro sviluppo e crescita.
Inoltre mi pare di essere senza strategia e sbocco politico e sociale. L'Australia ha messo in riga chi pretendeva di togliere dai Menù delle mense scolastiche il maiale. Altri hanno ultimamente messo altri puntini sulle classiche i; alcuni Paesi li riportano immediastamente, pari pari, donde provengono, pare da mare a mare. Noi cominciammo male da subito discutendo sul crocifisso nelle aule, nella foga di essere (o apparire) meglio di altri: meglio di chi/che? Che i leghisti abbiano una qualche ragione, al di la del loro becerume? Il dubbio si va gradualmente insinuando.Forse chi adesso parla di maggior cautela andrebbe ascoltato con maggiore attenzione. Con tutto il rispetto per il pensiero del Papa. Infinito e sine die non sono termini politici, ed é la politica che deve governare cun grano salis i processi evolutivi del mondo.
Aspetto contributi.
TAG: finanze - numeri - tempi - diritti - doveri
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