Era una calda sera di inizio settembredel 1975 : la leggera brezza mitigava appena un po' il calore accumulato dalle assi della tribuna esposta a tutto sole fin dal mattino. Era in corso lo svolgimento della 'Festa dell'Unità' al campo di Marte di Firenze. Quella sera c'era il concerto del 'Canzoniere Internazionale', un complesso che faceva un repertorio di Canti popolari e di lotta di ogni parte del mondo.
La tribura prefabbricata era stracolma di gente venuta da molte parti ad ascoltare il gruppo guidato da Leoncarlo Settimelli e le sue canzoni.
Nella fila davanti a noi c'eramo 3 ragazzi che individuammo subito per spagnoli. Fra noi c'era Vittorio che era stato, diversi anni prima, in viaggio di nozze in Spagna : '... sono spagnoli, ci puoi scommettrere'. Alla fine forono interpellati e fra una canzone a l'altra scambiammo alcine parole : erano della città di Valencia, due erano in coppia, Davide e Maria, l'altra ragazza era una comune loro amica. Fra italiani e spagnoli non è difficile intendersi anche se non si conosce la lingua.
Il Canzoniere Internazionale terminava le sue esibizioni cantando con tutto il pubblico appositamente sollecitato, che lo cantava in piedi e con il pugno chiuso, l'Internazionale, il vecchio canto caro ai comunisti di ogni epoca : noi non facevamo eccezione! Ma fu proprio qui accadde quella cosa stranissima.
Gli spagnoli, che fino a quel momento avevano dato segni di gradire il repertorio, anche di divertirsi molto, dopo poche note di questo vecchio Canto si abbracciarono piangendo come fontane, tanto che riuscirono a pronunciare solo poche parole della canzone.
Noi fra lo stupito ed il curioso al termine del Canto chiedemmo loro conto di quell' atteggiamento.
"Per noi , che siamo comunisti in clandestinità in Spagna, non solo non è possibile cantare, ma neppure ascoltare i Canti.che abbiamo ascoltato con voi. Stasera abbiamo acsoltato in pubblico l'Internazionale e addirittura cantato. Una gioia infinita!". Il senso della simpatia era già scattato durante il Concerto; adesso era scoccata l'amicizia che dura tutt'ora, dopo quasi 40 anni.
Decidemmo che non era il caso di dare loro il passaggio richiesto fino all'Ostello di Camerata. Vittorio disponeva di una stanza nel giardino, dove potevano sistemarsi comodamente. Era stanza di rimessa, una rimessa, ma pulita e fresca. I sacchi a pelo li avrebbero stesi in un luogo protetto e amico.
I giorni successivi li accompagnammo a visitare le meraviglie di Firenze : palazzi e chiese; strade storiche e paesaggi dei dintorni della città. L'ultimo giorno li accompagnai al Mercato Centrale : volevano offrirci una cena catalana per sdebitarsi. Lavorarono tutto il giorno fra le preparazioni e i fornelli : Sangria e tortillas, insalate ed altri piatti uscivano dalla cucina che Cristina aveva messo a disposizione per la serata.
L'indomani fra abbracci e lacrime promettemmo di ritrovarci " qua o o la, ma ritroviamoci"!
Ciò è avvenuto 8 volte nel tempo : tutte occasioni magnifiche e irripetibili. L'utima volta 3 anni fa : dopo una cena in pizzeria, alla quale parteciparono altri amici per fare loro maggior festa, un brindisi a casa mia con il 'prosecco' che a Neri arriva direttamente da un produttore della Marca trevigiana.Un paio di foto e via!
Il rapporto con questi amici fraterni mi ha permesso di presentargli una giovane e cara amica di Firenze, che sarebbe andata a studiare Architettura a Valencia con il programma Erasmus. Ha trovato supporto e amicizia fraterna traendone vantaggio per i suoi studi. Gli amici di Valencia, bene inseriti nella società cittadina, l'hanno potuta presentare a loro volta nell'ambito universitario.
Chissà quando capiterà di incontrarli ancora? Io spero presto!Francoeffe