Attualità e Cultura, Ironie e Fantasie, Arti e Scienze, Musica e Spettacoli, Incontri e ...



domenica 26 maggio 2013

SATURNO

Dal blog di un amico, che mi consente di pubblicarlo, ecco questo suo contributo.
Laureato in Medicina e Chirurgia, adesso studia intensamente per la specializzazione. 
E' un appassionato di Fisica e di Astronomia e nel tempo libero studia e 'legge' il firmamento con passione e competenza. Si avvale di alcuni (solo alcuni ?) strumenti ottici che cita e descrive nei post che pubblica sul blog, forse attingendo all'esperienza degli articoli scientifici, che potrebbe avere studiato per la sua formazione, che sono aperti, dopo il titolo e gli Autori, da : 'Materiali e metodi'.
L'ho conosciuto tramite un suo post ad un articolo riguardante la Ricerca che adesso conduco : 'L'affondamento della m/Nave 'Paganini', di cui cerco soprattutto i superstiti ed i salvati dal naufragio, o le loro famiglie. Suo nonno era a bordo e si salvò senza molti danni : alcuni giorni di ricovero in un Ospedale in Albania lo rimisero a posto. Scambiandoci notizie su quei fatti siamo venuti a conoscenza dei rispettivi blog e ci siamo scambiati info, notizie e commenti. Da inesperto della materia, ma affascinato dagli argomenti che Nunzio - questo il suo nome, come suo nonno  -  studia, gli ho chiesto di poter pubblicare il seguente.  

SATURNO

Il 18 Giugno 2012 ho finalmente portato il Dobson 12"sotto un cielo un po' più buio del solito sito casalingo, per provare qualche timida ripresa di Saturno. Meteo.Blu dava un seeing index scarso (2 arcsec)...in aggiunta, mentre arrivavo a destinazione, ho visto la collina di fronte al mio sito andare a fuoco (bastardi piromani!!!!)... E giù con le imprecazioni... ! Tuttavia, dopo aver stazionato ed allineato il pargolo, ho deciso di provare ugulamente a riprendere. Diciamo pure che mi sono dannato: ho portato la focale a 3000mm con la Barlow Ts 2x, ma, ogni volta che montavo la 3x, non vedevo più un fico secco... ed infatti non ho fatto riprese con la 3x . Non ho capito come sia potuto succedere ma l'ipotesi più plausibile è che non centrassi bene il pianeta sul sensore, altrimenti, il tutto non si spiega. Dopo vari tentativi, con allegate sfuriate, ho desistito. Il seeing era peggiorato e la trasparenza era martoriata dal fumo che si era sparso nell'aria per l'incendio.
Comunque, per farla breve, ho fatto una decina di filmati e ciò che son riuscito a portare a casa è uno scarno bottino: non credo che sia stata solo colpa del seeing, ma anche della mia scarsa esperienza: da un 12" mi sarei aspettato ben altro... Tuttavia, sono contento, perchè questo resta pur sempre il mio primissimo Saturno:


Dobson Sw 12" auto
Neximage + IR/UV-cut

Ripresa di 120 sec 10fps con gigiweb
Adu 185
Somma di 600 fotogrammi con Avistack2
Eaborazione R6+PS

a cura di Francoeffe

La testa di Berta


In tutte le città, all’alba, c’è  di solito e da sempre   un gran via vai : gente che entra e gente che esce dalla città. Escono viaggiatori e commercianti. Altrettanti ne entrano : i primi di passaggio, gli altri cercando di vendere le loro mercanzie. Specialmente nei giorni di mercato.
C'è chi giura che sia la testa di Berta
Fra quelli che vi entravano di buon’ora, e ciò ogni giorno dalle campagne intorno alle città – nel nostro caso intorno a Firenze -, erano assai numerosi gli ortolani : quelli dei piani intorno  a Ponte a Greve e Peretola, con cavoli, insalate e biete; quelli intorno Ripoli e Rosano con splendida frutta; dalle colline con prodotti freschi di ogni tipo.
Naturalmente si entrava e si usciva solo quando le porte della città erano aperte : ogni periodo aveva i suoi tempi di apertura e chiusura. Ma benché tutti gli interessati sapessero bene gli orari, non era male segnalarli, specialmente quello della chiusura. Chi doveva uscire dalla città o rientrare dalle campagne non gradiva trovare le porte chiuse. Ci pensò Berta, erbivendola – forse perché talvolta rimasta chiusa in città - :  regalò alla chiesa di S. Maria Maggiore, sulla direttrice che portava fuor di Firenze, verso Peretola, Prato e Pistoia, una campana da suonarsi in prossimità della chiusura delle porte per avvertire che era arrivata l’ora di  affrettarsi ad uscire dalla città.
La chiesa si dice fosse  costruita sulle muraglie dell’acquedotto che, da Monte Morello riforniva d’acqua  le Terme romane che erano nei pressi del ponte Vecchio. La chiesa sorge nei dintorni di una porta in direzione nord-ovest, che con l’ampliamento della cerchia aveva preso il posto della vecchia porta Aquilonare dell’antica cerchia romana,  poi porta al Vescovo. In questa antichissima chiesa vi è la tomba di Brunetto Latini, maestro di Dante che gli dedicò questi versi :

”Che in la mente m’è fitta, e or m’accora,
la cara e buona imagine paterna, 
di voi, quando nel mondo, ad ora ad ora,
m’insegnavate come l’om s’etterna”.

 A ricordo della donazione di Berta fu posta, in una nicchia del campanile scapitozzato a causa della sua instabilità, la testa di una statua romana.  
E’ sempre li nella nicchia, che aspetta conferma della leggenda.

Francoeffe

domenica 5 maggio 2013

L' osservatorio al Fontanile San Vincenzo


La richiesta di andare a smontare l’osservatorio della Scuola di Artiglieria di Bracciano, ove facevo la Leva, al fontanile San Vincenzo, non poteva assolutamente sfuggimi. La giornata era magnifica. La noia mi avrebbe sopraffatto nella Caserma Montefinale. Uscire all’aperto era, per me e gli altri amici, la nostra più grande ambizione. Non per andare a faticare  : mica scemi! Per uscire, per impiegare il tempo. E poi in quella bella giornata… Non l’avremmo persa per nulla al mondo! Avremmo smontato l’osservatorio di Artiglieria dopo tre giorni di esercitazioni a fuoco.
Io, Guido e il povero ‘Billone’ eravamo pronti in un batter d’occhio. L’autista , un caporaletto, era anche il capo-macchina. Era luglio, sotto la tuta da lavoro solo le slip. Sicuramente avremmo lavorato e sudato a smontare, caricare tutto il materiale e dopo a scaricarlo. Ma avremmo soprattutto preso aria e sole. Saremmo stati solo noi 4, con il lavoro da fare ma senza fretta..
Carlo, avendo saputo della spedizione, mi affidò 2 borracce da riempire al fontanile : a sentir lui –stitico della forza di 100 cavalli- era un’acqua miracolosa dal suo punto di vista : “Portami l’acqua della felicità!”, mi disse. 
Lavorammo quasi nudi, sudati ma felici dell’aria sulla pelle e della relativa libertà. Anche l’autista aiutò nel lavoro. Un cielo limpido, un sole a picco come ce n’erano pochi. In fondo, all’orizzonte, una piccolissima nuvoletta bianca in avvicinamento.Come sulle Dolomiti, in particolare sul Sass da Pucia, basta contate fino a cinque ed ecco la nuvola sopra di noi, uno scrocchio, due tuoni e giù : acqua a catinelle. Il camion senza telone, il terreno in discesa su cui correvano non proprio dei rivoli d’acqua : un macello!! Il materiale , tavoli, tende, sedie ecc…, si asciugò nei giorni successivi.
Avevamo salvato le tute ricoverandole subito nella cabina. Ma eravamo mezzi, le scarpe meglio non everle avute ai piedi, ma il terreno sassoso le pretendeva. Bisognava rimediare qualcosa. “Vedremo a Monteromano, tanto è da li che si deve passare”.
A Monteromano cercammo il vinaio da cui altre volte…. Vendeva anche frutta. Con  un paio di boccioni di vino bianco, bello e fresco,  comprammo un bel po’ di susine : erano Claudie. Le divorammo sulla via del  ritorno : i sacchetti con la razioni-rancio erano fumati alle 12,00.
Sul  camion scoperto finimmo di asciugarci. Il vino dei 2 boccioni funzionò sicuramente da anti-qualche-cosa.
Di certo nessun di noi prese il raffreddore.
Neppure l’autista, che  per fortuna era astemio!! 

Francoeffe