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domenica 26 maggio 2013

La testa di Berta


In tutte le città, all’alba, c’è  di solito e da sempre   un gran via vai : gente che entra e gente che esce dalla città. Escono viaggiatori e commercianti. Altrettanti ne entrano : i primi di passaggio, gli altri cercando di vendere le loro mercanzie. Specialmente nei giorni di mercato.
C'è chi giura che sia la testa di Berta
Fra quelli che vi entravano di buon’ora, e ciò ogni giorno dalle campagne intorno alle città – nel nostro caso intorno a Firenze -, erano assai numerosi gli ortolani : quelli dei piani intorno  a Ponte a Greve e Peretola, con cavoli, insalate e biete; quelli intorno Ripoli e Rosano con splendida frutta; dalle colline con prodotti freschi di ogni tipo.
Naturalmente si entrava e si usciva solo quando le porte della città erano aperte : ogni periodo aveva i suoi tempi di apertura e chiusura. Ma benché tutti gli interessati sapessero bene gli orari, non era male segnalarli, specialmente quello della chiusura. Chi doveva uscire dalla città o rientrare dalle campagne non gradiva trovare le porte chiuse. Ci pensò Berta, erbivendola – forse perché talvolta rimasta chiusa in città - :  regalò alla chiesa di S. Maria Maggiore, sulla direttrice che portava fuor di Firenze, verso Peretola, Prato e Pistoia, una campana da suonarsi in prossimità della chiusura delle porte per avvertire che era arrivata l’ora di  affrettarsi ad uscire dalla città.
La chiesa si dice fosse  costruita sulle muraglie dell’acquedotto che, da Monte Morello riforniva d’acqua  le Terme romane che erano nei pressi del ponte Vecchio. La chiesa sorge nei dintorni di una porta in direzione nord-ovest, che con l’ampliamento della cerchia aveva preso il posto della vecchia porta Aquilonare dell’antica cerchia romana,  poi porta al Vescovo. In questa antichissima chiesa vi è la tomba di Brunetto Latini, maestro di Dante che gli dedicò questi versi :

”Che in la mente m’è fitta, e or m’accora,
la cara e buona imagine paterna, 
di voi, quando nel mondo, ad ora ad ora,
m’insegnavate come l’om s’etterna”.

 A ricordo della donazione di Berta fu posta, in una nicchia del campanile scapitozzato a causa della sua instabilità, la testa di una statua romana.  
E’ sempre li nella nicchia, che aspetta conferma della leggenda.

Francoeffe

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