La
richiesta di andare a smontare l’osservatorio della Scuola di Artiglieria di Bracciano, ove facevo la Leva, al fontanile San Vincenzo, non
poteva assolutamente sfuggimi. La giornata era magnifica. La noia mi avrebbe
sopraffatto nella Caserma Montefinale. Uscire all’aperto era, per me e gli altri amici, la nostra più grande ambizione.
Non per andare a faticare : mica scemi! Per uscire, per impiegare il tempo. E poi
in quella bella giornata… Non l’avremmo persa per nulla al mondo! Avremmo
smontato l’osservatorio di Artiglieria dopo tre giorni di esercitazioni a
fuoco.
Io,
Guido e il povero ‘Billone’ eravamo pronti in un batter d’occhio. L’autista ,
un caporaletto, era anche il capo-macchina. Era luglio, sotto la tuta da lavoro
solo le slip. Sicuramente avremmo lavorato e sudato a smontare, caricare tutto il
materiale e dopo a scaricarlo. Ma avremmo soprattutto preso aria e sole. Saremmo stati
solo noi 4, con il lavoro da fare ma senza fretta..
Carlo,
avendo saputo della spedizione, mi affidò 2 borracce da riempire al fontanile :
a sentir lui –stitico della forza di 100 cavalli- era un’acqua miracolosa dal
suo punto di vista : “Portami l’acqua della felicità!”, mi disse.
Lavorammo
quasi nudi, sudati ma felici dell’aria sulla pelle e della relativa libertà.
Anche l’autista aiutò nel lavoro. Un cielo limpido, un sole a picco come ce
n’erano pochi. In fondo, all’orizzonte, una piccolissima nuvoletta bianca in
avvicinamento.Come sulle Dolomiti, in particolare sul Sass da Pucia, basta contate
fino a cinque ed ecco la nuvola sopra di noi, uno scrocchio, due tuoni e giù :
acqua a catinelle. Il camion senza telone, il terreno in discesa su cui
correvano non proprio dei rivoli d’acqua : un macello!! Il materiale , tavoli,
tende, sedie ecc…, si asciugò nei giorni successivi.
Avevamo
salvato le tute ricoverandole subito nella cabina. Ma eravamo mezzi, le scarpe meglio
non everle avute ai piedi, ma il terreno sassoso le pretendeva. Bisognava rimediare
qualcosa. “Vedremo a Monteromano, tanto è da li che si deve passare”.
A
Monteromano cercammo il vinaio da cui altre volte…. Vendeva anche frutta. Con un paio di boccioni di vino bianco,
bello e fresco, comprammo un bel po’ di
susine : erano Claudie. Le divorammo sulla via del ritorno : i sacchetti con la razioni-rancio
erano fumati alle 12,00.
Sul camion scoperto finimmo di asciugarci. Il
vino dei 2 boccioni funzionò sicuramente da anti-qualche-cosa.
Di
certo nessun di noi prese il raffreddore.
Neppure l’autista, che per fortuna era astemio!!
Francoeffe
Francoeffe
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