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domenica 5 maggio 2013

L' osservatorio al Fontanile San Vincenzo


La richiesta di andare a smontare l’osservatorio della Scuola di Artiglieria di Bracciano, ove facevo la Leva, al fontanile San Vincenzo, non poteva assolutamente sfuggimi. La giornata era magnifica. La noia mi avrebbe sopraffatto nella Caserma Montefinale. Uscire all’aperto era, per me e gli altri amici, la nostra più grande ambizione. Non per andare a faticare  : mica scemi! Per uscire, per impiegare il tempo. E poi in quella bella giornata… Non l’avremmo persa per nulla al mondo! Avremmo smontato l’osservatorio di Artiglieria dopo tre giorni di esercitazioni a fuoco.
Io, Guido e il povero ‘Billone’ eravamo pronti in un batter d’occhio. L’autista , un caporaletto, era anche il capo-macchina. Era luglio, sotto la tuta da lavoro solo le slip. Sicuramente avremmo lavorato e sudato a smontare, caricare tutto il materiale e dopo a scaricarlo. Ma avremmo soprattutto preso aria e sole. Saremmo stati solo noi 4, con il lavoro da fare ma senza fretta..
Carlo, avendo saputo della spedizione, mi affidò 2 borracce da riempire al fontanile : a sentir lui –stitico della forza di 100 cavalli- era un’acqua miracolosa dal suo punto di vista : “Portami l’acqua della felicità!”, mi disse. 
Lavorammo quasi nudi, sudati ma felici dell’aria sulla pelle e della relativa libertà. Anche l’autista aiutò nel lavoro. Un cielo limpido, un sole a picco come ce n’erano pochi. In fondo, all’orizzonte, una piccolissima nuvoletta bianca in avvicinamento.Come sulle Dolomiti, in particolare sul Sass da Pucia, basta contate fino a cinque ed ecco la nuvola sopra di noi, uno scrocchio, due tuoni e giù : acqua a catinelle. Il camion senza telone, il terreno in discesa su cui correvano non proprio dei rivoli d’acqua : un macello!! Il materiale , tavoli, tende, sedie ecc…, si asciugò nei giorni successivi.
Avevamo salvato le tute ricoverandole subito nella cabina. Ma eravamo mezzi, le scarpe meglio non everle avute ai piedi, ma il terreno sassoso le pretendeva. Bisognava rimediare qualcosa. “Vedremo a Monteromano, tanto è da li che si deve passare”.
A Monteromano cercammo il vinaio da cui altre volte…. Vendeva anche frutta. Con  un paio di boccioni di vino bianco, bello e fresco,  comprammo un bel po’ di susine : erano Claudie. Le divorammo sulla via del  ritorno : i sacchetti con la razioni-rancio erano fumati alle 12,00.
Sul  camion scoperto finimmo di asciugarci. Il vino dei 2 boccioni funzionò sicuramente da anti-qualche-cosa.
Di certo nessun di noi prese il raffreddore.
Neppure l’autista, che  per fortuna era astemio!! 

Francoeffe

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