Io l'ho conosciuto così'. (foto di Vincenzo Cattinelli, da: La fine é il mio inizio, Longanesi, Milano 2006) |
Credo fosse il 1997 ed un mio amico, Simone Fagioli un Antropologo pistoiese con la passione per le Ricerche impossibili, mi parlò di un suo progetto. In quel momento aveva avuto in affido per studiarlo, un Archivio privato, quello di un carbonaio dell' Orsigna che industriandosi, aveva realizzato una qualche fortuna trasportando il carbone, suo e di altri carbonai, utilizzando il treno e commercializzandolo a Pistoia e Firenze..
Il Fagioli lavorava in uno Studio che realizzava grafica: era un 'graphic designer' e devo dire con qualche vena molto originale nelle scelte stilistiche, ognuna di esse adatta alla committenza..
In estate viveva praticamente a Pontepetri, un fresco paese lungostrada oltre il bivio per S. Marcello e l'Abetone, sulla SS. 632 che da Pistoia porta a Porretta. Simone frequentava la Cooperativa che si interessava e operava per il rilancio della coltivazione e commercializzazione delle castagne della montagna pistoiese. La Cooperativa si era interessata anche del recupero funzionale ed estetico di ben 3 mulini e alcuni metati nei dintorni di Orsigna, utilizzando intelligentemente fondi europei destinati alla salvaguardia della montagna. Uno di questi mulini, bellissimo, perfettamente funzionante come fu dimostrato in altra occasione che non questa di cui dico.
Il progetto del Fagioli, in collaborazione con la Cooperativa era quello di organizzare un Convegno, forse il primo in assoluto, sui carbonai, evidenziandone operosità, sacrifici e cultura. L' Orsigna era il luogo ideale per questa iniziativa. I dintorni del paese, fitti di carbonai fin dai tempi antichi, non mostravano nessun disboscamento che non fosse regolarizzato; nessuna 'piaggia' nei boschi a perdita d'occhio. Dunque in definitiva quegli operatori si occupavano anche della manutenzione dei monti boscosi.
Il progetto mi piacque tanto che presi parte all'intera giornata dei lavori. Successivamente fornii anche la foto per la copertina degli Atti del Convegno
Dopo il pranzo, ospiti di alcuni sponsors, eravamo tutti invitati per un caffé a casa di Tiziano Terzani che non conoscevo. Per arrivarci si seguiva una strada fuori dal paese che si inerpicava sulla montagna. Poco spazio per parcheggiare le auto ma che vista da lass!!. Il meglio che più non si può. Dalla sua casa.si vedeva d'infilata tutta la vale dell'Orsigna fino a non so dove. Entrando avevo notato alcune piante a terra di Ortensia, un fiore che mi piace in manera particolare. Quelle poi! Mazze nuove non più piccole del mio pollice, fresche e ben fiorite di quel rosa intenso che a me piace.
Tutta la sua casa era aperta, studio, biblioteca, sale e camere da letto. La sua era in una dependance con cuscini e tappeti, tende e libri in ogni angolo. 'Venite, entrate come a casa vostra', era come al solito seduto a gambe incrociate. Si era ritirato un momento per raggiungerci subito dopo. ,nelle sale per il caffè a cui seguirono digestivi e altri distillati. Nella mattinata aveva già fatto, da par suo, il suo intervento al Convegno, dunque do uscimmo per la ripresa dei lavori era sul cancelletto fatto con pali di castagno a salutare tutti gli ospiti. Quando fu il mio turno salutandolo gli dissi: 'Maestro, la prossima volta che verrò all'Orsigna passerò a chiederle alcune mazze delle sue Ortensie'. 'Quando tornerai all'Orsigna vieni pure a prenderle, la mia casa non é mai chiusa'. Poi ho saputo che era verissimo; non chiudeva mai la sua casa e non ha mai rammaricato la sparizione di alcunché.
Poi nel tempo l'ho incontrato di nuovo, ancora all'Orsigna: un posto magico e ospitale illuminato da questa originale e forte presenza. Il nuovo ncontro lo racconterò la prossima volta.
La foto della copertina degli Atti |
Francoeffe