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venerdì 1 agosto 2014

Gli Avelli


A Firenze era in uso, fino a non molto tempo indietro, un modo di dire molto particolare : per indicare un gran puzzo si dice(va):“…. senti che avello..”.
Credo che solo i fiorentini comprendano il riferimento all’Avello. Per gli altri, ma anche per i fiorentini delle ultime generazioni, conviene chiarire a cosa si riferisce il detto.  Il modo di dire decresce nella parlata ed è sempre meno in uso.
Chissà quante volte siete passati da via degli Avelli : è quella strada che congiunge piazza dell’Unità Italiana a piazza S. Maria Novella. Ebbene, per chi non lo sapesse, gli Avelli sono proprio quegli archetti, tutti decorati, gli uni accanto agli altri in questa strada, sulla facciata della Basilica- 3 per parte- e sul lato destro della sua facciata. “Avello” : arca sepolcrale, tomba”. Così il Devoto-Oli, ed. Selezione dal R.D., 1974.  
Gli Avelli di cui si dice, belli e artistici, sono  sormontati da un archetto e sui sarcofagi fanno bella mostra di se le  insegne di alcune fra le più importanti famiglie fiorentine, patrizie e nobili. Si  riconoscono le insegne dei Pitti, Medici, Alberti, Cerchi, Ricasoli, dell’Antella, Mazzei e di molte altre.
Ma, il modo di dire da cui sono partito? Eccolo qua!
Siccome non tutti i sepolcri erano sigillati al meglio, da questi fuoriuscivano i più maleodoranti fetori. Al tempo la strada non era cosi (abbastanza ) larga: le case erano addossate, quasi a contatto con gli avelli. Poiché il puzzo proveniva da questi, ecco che per indicare un cattivo odore si dice(va) : senti che avello!!”, con buona pace di chi vi ‘risiedeva’. 

Francoeffe

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