 |
Ottobrata 1976 - Conferenza sul tema : il culo nei film di B. Bertolucci' . |
Sarà il destino di tutti
: alla fine basterà farci mente locale. L’evento prima o poi capiterà, non c’è
scampo. Sapere che è accaduto ad un amico ferisce sempre :immancabilmente.
Resta il rimpianto di non averlo frequentato quanto avrebbe meritato o quanto
avremmo voluto. Può anche capitare di
riflettere quanto la sua perdita ci mancherà e, da egoisti, di quanta sua
brillante ed intelligente conversazione ci dovremo privare. Verranno alla mente
decine di episodi e circostanze fino ad ora in un canto della memoria, che però
adesso tiriamo fuori perché non solo affiorano ma balzano prepotenti alla
mente.
Lo conobbi nel 1975, nel corso
della campagna elettorale : si rinnovava il Consiglio Comunale in cui entrammo
entrambi. Mi capitò anche di fare insieme un ‘Assemblea, al Bigallo. All’epoca
si andava ad incontrare la gente, anche poca per volta, come in quel caso. A
differenza di adesso che i propositi li lasciano intuire o, peggio, interpretare.
Una volta, era la fine di luglio
e a S. Casciano ci sarebbe stata l’ultima Assemblea dell’ ex USL 10/h prima
delle vacanze. L’aspettavamo, Rossano ed io, per le 20.45. Neppure un minuto di
ritardo e partimmo con la sua auto : si faceva a girare e per turno il
passaggio toccava a lui. Si presentò all’appuntamento con una curiosa camicia a
quadri bianchi e rossi, della misura di circa 3 cm di lato. All’osservazione di
quanto fosse eccentrica, questa fu la
sua risposta, testuale :” Voi sapete bene come io ami la Garfagnana e come le
mie donne litighino ogni giorno e momento. Io per non intromettermi vado a fare
ampie girate,….” Il racconto proseguiva così : era uscito di buon ora; si sarebbe
recato a casa Pascoli avendo saputo (era un fautore del ‘gerundio’ per cui
voleva fondare con Gigi Remaschi, un’Associazione che lo salvasse, lo valorizzasse
e ne rilanciasse l’uso) di certi manoscritti apocrifi che voleva vedere; la
sala di consultazione – così pare dicesse il custode - era impegnata da uno
studioso tedesco e non volle disturbarlo; proseguì la gita godendone i panorami
e all’ora giusta per pranzare, immaginò che avrebbe trovato una segnalazione
del tipo ‘omino con tovagliolo in braccio
e dito indicatore con la scritta ‘Trattoria’; immaginò un bersò con
abbondanti piante rampicanti sotto al quale consumare, al suo fresco, il
pranzo; dopo poche curve ecco il segnale, ecco il bersò, i tavoli apparecchiati
ricoperti da una tovaglia come questa. “Ne ho comprate due e mi sono fatto cucire
la camicia!”. Parlò ininterrottamente per
20 minuti, il tempo per arrivare al parcheggio di S. Casciano, quello vicino al
Comune dove si teneva l'Assemblea.
Quando quella volta lo incontrammo
con sotto al braccio una borsa assai curiosa, la gomitata sferrata nel fianco
di un altro amico che voleva chiedergli dove l’avesse trovata, lo fece
desistere immediatamente.
Aveva sempre con se una borsetta,
che in realtà era un ‘necessaire’ per
il suo vizio più grande che praticava con grande soddisfazione : il fumo. Dentro
ci teneva tutto l’occorrente per soddisfarlo : almeno 2 tipi di sigarette,
quando non anche un pacchetto di sigarini e la borsetta di tabacco : Velvet era uno dei suoi preferiti;
almeno un bocchino e 1 o 2 pipe, alcune molto belle e pregiate, alcune anche di
‘caolino’ : credo ne avesse una
collezione. Scovoli, accendini e fiammiferi non mancavano mai.
Era interessante e anche bello vederlo
mentre si accomodava la pipa e osservarlo nella cerimonia dell’accensione.
Nessuno dei suoi gesti era affrettato o scontato. Così come è sempre stato un
piacere ascoltarlo : era capace di intavolare
o intrattenere qualunque conversazione. Da colto bibliofilo e raffinato linguista
qual’era conosceva la maggior parte dello scibile umano, Se per esempio dicevi
nave, ti parlava dei maggiori naufragi
della storia. Era un grande intrattenitore di classe e fine parlatore. Credo
sia rimasto famoso quel pomeriggio in cui apparve in casa di amici a Monte
Pilli sotto una tempesta di neve. Avevano ospiti con i quali avevano appena
finito di pranzare. Lo invitarono a scaldarsi e prendere il caffè con tutti
loro, intorno al fuoco acceso nel grande camino della sala. Non fecero in tempo
a fare un complimento al suo bellissimo Collie che aveva portato seco in quell’escursione,
che li intrattenne fino all’ora di cena, parlando loro del suo rapporto
psicologico col suo cane.
E quella volta che nel corso di
una riunione convocata per trovare come trovare una soluzione per ingaggiare un
importante Direttore Sanitario per la nascente USL 10/h, sentendosi nominato in
quanto conoscente di un importante Sanitario a cui, come si faceva alla maniera
antica per i Fattori, sarebbe stato necessario offrire ‘villa e podere’. Parlava di altro con altri e le parole che gli
risuonarono all’orecchio furono il suo “nome” e “villa”. Lui se ne uscì con
queste parole :” Voi tutti sapete come io ami le ville, ma che c’entro io con
il Sanitario?”.
Ed ancora, quella volta che
avviluppato nel suo ampio mantello a ruota fermato al bavero da una catenella
in bocca a 2 teste di leone, si presentò al campo nomadi impiantato poco
distante dalla sua casa, e pretese – riuscendoci – di insegnare alle zingare
come far girare sopra la scodella con acqua e olio, il ‘pendolino’ che aveva
con se.
Questo era Stelio Giannini, ‘lo Stelio’!
Indimenticabile per cultura, simpatia, intelligenza e profondità di
ragionamenti e giudizi. Lo rimpiangeremo in molti.
Francoeffe
foto da : M. Benelli, P. Camiciottoli, A. Cini, F. Fantechi, M. Turchi : 'Appunti sulla Casa del Popolo di Osteria Nuova' , Lito Isolotto - Firenze 1983.