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sabato 6 aprile 2013

IN RICORDO DI UN AMICO

Ottobrata 1976 - Conferenza sul tema : il culo nei film di B. Bertolucci' .

Sarà il destino di tutti : alla fine basterà farci mente locale. L’evento prima o poi capiterà, non c’è scampo. Sapere che è accaduto ad un amico ferisce sempre :immancabilmente. Resta il rimpianto di non averlo frequentato quanto avrebbe meritato o quanto avremmo voluto.  Può anche capitare di riflettere quanto la sua perdita ci mancherà e, da egoisti, di quanta sua brillante ed intelligente conversazione ci dovremo privare. Verranno alla mente decine di episodi e circostanze fino ad ora in un canto della memoria, che però adesso tiriamo fuori perché non solo affiorano ma balzano prepotenti alla mente.
Lo conobbi nel 1975, nel corso della campagna elettorale : si rinnovava il Consiglio Comunale in cui entrammo entrambi. Mi capitò anche di fare insieme un ‘Assemblea, al Bigallo. All’epoca si andava ad incontrare la gente, anche poca per volta, come in quel caso. A differenza di adesso che i propositi li lasciano intuire o, peggio, interpretare.
Una volta, era la fine di luglio e a S. Casciano ci sarebbe stata l’ultima Assemblea dell’ ex USL 10/h prima delle vacanze. L’aspettavamo, Rossano ed io, per le 20.45. Neppure un minuto di ritardo e partimmo con la sua auto : si faceva a girare e per turno il passaggio toccava a lui. Si presentò all’appuntamento con una curiosa camicia a quadri bianchi e rossi, della misura di circa 3 cm di lato. All’osservazione di quanto  fosse eccentrica, questa fu la sua risposta, testuale :” Voi sapete bene come io ami la Garfagnana e come le mie donne litighino ogni giorno e momento. Io per non intromettermi vado a fare ampie girate,….” Il racconto proseguiva così : era uscito di buon ora; si sarebbe recato a casa Pascoli avendo saputo (era un fautore del ‘gerundio’ per cui voleva fondare con Gigi Remaschi, un’Associazione che lo salvasse, lo valorizzasse e ne rilanciasse l’uso) di certi manoscritti apocrifi che voleva vedere; la sala di consultazione – così pare dicesse il custode - era impegnata da uno studioso tedesco e non volle disturbarlo; proseguì la gita godendone i panorami e all’ora giusta per pranzare, immaginò che avrebbe trovato una segnalazione del tipo ‘omino con tovagliolo in braccio e dito indicatore con la scritta ‘Trattoria’; immaginò un bersò con abbondanti piante rampicanti sotto al quale consumare, al suo fresco, il pranzo; dopo poche curve ecco il segnale, ecco il bersò, i tavoli apparecchiati ricoperti da una tovaglia come questa. “Ne ho comprate due e mi sono fatto cucire la camicia!”.  Parlò ininterrottamente per 20 minuti, il tempo per arrivare al parcheggio di S. Casciano, quello vicino al Comune dove si teneva l'Assemblea.
Quando quella volta lo incontrammo con sotto al braccio una borsa assai curiosa, la gomitata sferrata nel fianco di un altro amico che voleva chiedergli dove l’avesse trovata, lo fece desistere immediatamente.
Aveva sempre con se una borsetta, che in realtà era un ‘necessaire’ per il suo vizio più grande che praticava con grande soddisfazione : il fumo. Dentro ci teneva tutto l’occorrente per soddisfarlo : almeno 2 tipi di sigarette, quando non anche un pacchetto di sigarini e la borsetta di tabacco : Velvet era uno dei suoi preferiti; almeno un bocchino e 1 o 2 pipe, alcune molto belle e pregiate, alcune anche di ‘caolino’ : credo ne avesse una collezione. Scovoli, accendini e fiammiferi non mancavano mai.
Era interessante e anche bello vederlo mentre si accomodava la pipa e osservarlo nella cerimonia dell’accensione. Nessuno dei suoi gesti era affrettato o scontato. Così come è sempre stato un piacere  ascoltarlo : era capace di intavolare o intrattenere qualunque conversazione. Da colto bibliofilo e raffinato linguista qual’era conosceva la maggior parte dello scibile umano, Se per esempio dicevi nave,  ti parlava dei maggiori naufragi della storia. Era un grande intrattenitore di classe e fine parlatore. Credo sia rimasto famoso quel pomeriggio in cui apparve in casa di amici a Monte Pilli sotto una tempesta di neve. Avevano ospiti con i quali avevano appena finito di pranzare. Lo invitarono a scaldarsi e prendere il caffè con tutti loro, intorno al fuoco acceso nel grande camino della sala. Non fecero in tempo a fare un complimento al suo bellissimo Collie che aveva portato seco in quell’escursione, che li intrattenne fino all’ora di cena, parlando loro del suo rapporto psicologico col suo cane.
E quella volta che nel corso di una riunione convocata per trovare come trovare una soluzione per ingaggiare un importante Direttore Sanitario per la nascente USL 10/h, sentendosi nominato in quanto conoscente di un importante Sanitario a cui, come si faceva alla maniera antica per i Fattori, sarebbe stato necessario offrire ‘villa e podere’. Parlava di altro con altri e le parole che gli risuonarono all’orecchio furono il suo “nome” e “villa”. Lui se ne uscì con queste parole :” Voi tutti sapete come io ami le ville, ma che c’entro io con il Sanitario?”.
Ed ancora, quella volta che avviluppato nel suo ampio mantello a ruota fermato al bavero da una catenella in bocca a 2 teste di leone, si presentò al campo nomadi impiantato poco distante dalla sua casa, e pretese – riuscendoci – di insegnare alle zingare come far girare sopra la scodella con acqua e olio, il ‘pendolino’ che aveva con se.
Questo era Stelio Giannini, ‘lo Stelio’! Indimenticabile per cultura, simpatia, intelligenza e profondità di ragionamenti e giudizi. Lo rimpiangeremo in molti.

Francoeffe

foto da : M. Benelli, P. Camiciottoli, A. Cini, F. Fantechi, M. Turchi : 'Appunti sulla Casa del Popolo di Osteria Nuova' , Lito Isolotto - Firenze 1983.

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