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sabato 20 aprile 2013

Quando la devozione è grande


Il Tabernacolo detto 'del Madonnone'
A Firenze, sulla via Aretina, c’è un grande e bellissimo Tabernacolo del ’400, da non molto tempo restaurato. 
Fu edificato all’inizio di un viottolo che fra i poderi dei frati Vallombrosani, conduceva alla loro Chiesa di S. Salvi (Saint Sauve o Salvy) Vescovo di Amiens nel VII° secolo. La fondazione di questa chiesa pare si debba ad un fatto prodigioso : due pellegrini francesi intendevano portare in  un sacco le reliquie del Santo a Roma. Fermatisi a dormire il luogo chiamato Paratinula, fuori dalle porte di Firenze, sulla via per Roma, al mattino non furono capaci di sollevarlo a causa del suo accresciuto peso. Il segno fu interpretato come la volontà manifesta che le reliquie dovessero restare nei pressi di Firenze. Anche il Vescovo di Fiesole, che accorse, fu d’accordo perché li si edificasse un oratorio dedicato a San Salvi. Sicuramente c’entrava anche l’ammirazione del popolo verso Carlo Magno, dalle cui terre proveniva. Dante, del resto, credeva che dopo la distruzione di Firenze da parte di Attila ‘flagello di Dio’, la città fosse stata ricostruita dall’Imperatore “…dalla grande barba fiorita”. In realtà la città, in stato di profonda decadenza anche per le violente inondazioni cui era sottoposta a causa della mancata regimazione dell’Arno, rifiorì proprio al tempo di Carlo Magno. I proprietari del terreno detto “Paratinula”, Piero di Gherardo e Lando di Teuzzo, nel 1048, ingrandirono l’oratorio, che man mano si trasformò in un monastero, che affidarono ad una comunità di benedettini, grandi lavoratori e capaci di bonificare le terre circostanti su cui lavoravano per ricavarne sostentamento. Fu affidato infatti alla comunità vallombrosana di San Giovanni Gualberto, una regola da non molto tempo fondata.
Ma torniamo al tabernacolo.   
Questa immagine, splendidamente affrescato da Lorenzo di Bicci,  “Madonna in Trono col Bambino con Angeli e Santi”, a ragione della grandezza dell’immagine è chiamata da sempre ‘il Madonnone’. Come la cupola del Duomo è chiamata Cupolone. Non c’è errore di genere fra ‘cupola’, che è femminile e ‘cupolone’ nome accrescitivo maschile. I fiorentini usano anche in altri casi questa ‘confusione’ di generi :  per esempio  i fiorentini definiscono  una donna grande ‘un donnone’.
Firenze è una città devotissima alla Madonna. Oltre al ‘Madonnone’, ci sono  almeno un centinaio di altri Tabernacoli a Lei dedicati. 

Francoeffe

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