Attualità e Cultura, Ironie e Fantasie, Arti e Scienze, Musica e Spettacoli, Incontri e ...



mercoledì 30 gennaio 2013

Al Maestro Giovanni Maranghi


Figure
del circo della vita
che come burattini si agitano,
che come giocattoli sono scomposte,
segni dell'effimero della nostra esistenza
piena di perchè gridati
senza confini.
Figure che cercano
il nostro consenso
disperatamente, 
ma con tanto amore.





Dei suoi quadri mi ricordavo bene di averli giudicati, da non esperto e critico, 'sontuosi'. Mi venne subito alla mente il ritratto di un re spagnolo a cavallo dipinto da Velasquez. Non per lo stile, si capisce, ma  per l'impatto. Dei quadri mi ricordavo la tavolozza vivace e i soggetti : sfarzosi e curiosi; figure molto colorate e vivaci, che 'bucavano' le tele. Quel poco di verde che ho rivisto nella foto del quadro qui sotto, ricevuta adesso, mi era rimasto negli occhi fin da allora. Quel verde!! Inimitabile tanto che non l'ho più rivisto in altri lavori.
Lavori affascinanti, per l'eleganza dei tratti dei soggetti e l'apparente casualità delle posture : una gioia per la vista che stimolava e sollecitava assai efficacemente il cervello e la sensibilità del visitatore.
Di grande formato : uno qualunque sarebbe stato bastante per una delle  pareti della sala. Non tanto per le misure, ma perchè non serviva altro intorno, neppure sulle altre tre.
E si che erano vaste!

Poi ti bacerò - tavola 114 X 114

a cura di Francoeffe

lunedì 28 gennaio 2013

Gian Piero Gori, fotografo. n° 1

Chi armai lo conosce, prima vede la/le sua/sue macchina/e e poi lui.
Sempre al collo, sempre pronto a fissare un'immagine, meglio se più immagini di serie.
L'ho conosciuto per motivi professionali, quando per alcuni clienti avevo necessità di uno studio fotografico che producesse diapositive anche di carattere scientifico. Poi l'amicizia l'ha fatta da padrona!
Avete mai visto una proiezione di dia? Io si, alcune delle sue e quando c'erano i 'carousel', proiettori quasi perfetti, collegati in sincrono. Indimenticabile quella dei '3 ' : P. P. & P (Pane, Pesci & Piccioni), realizzata alla vasca del Nettuno, in Boboli.
Godo del privilegio di ricevere, sia pure di tanto in tanto, alcun dei suoi lavori, generalmente in serie.
Gli ultimi 2 originalissimi, che mi sono preso la libertà di intitolarli : 
a) Giochi di luce; b) acqua mossa.
Le presento tutte e due sia pure con uno scatto ciascuna.
A sinistra a); a destra b).

Luce impazzita
Controllo perduto

 Francoeffe


M° Alessandro Vannini, pittore. n° 1°

Iscrizione delle tavole della legge
Coro sud, parete sinistra, registro superiore (1).
Come per altri Artisti, non  è  possibile  parlare di Alessandro in quattro e quattr' otto!
Innanzi tutto per la sua formazione culturale : da autodidatta ha letto tutto quel che c'è a disposizione sugli argomenti per cui ha interesse, soprattutto di Storia. Ha ascoltato tutta la musica possibile, conoscendo brani, opere e musicisti quanto altri pochi. In particolare ha studiato per una 30ina di anni la vita e l'opera ,  anche la tavolozza dal Pontormo (Jacopo Carucci da Pontorme), compresi i materiali usati per i colori e le tinte.
Questo post riguarda un'opera monumentale e fondamentale, ma perduta, di questo pittore.
Per l'approfondimento del Pontormo sono stati determinanti, oltre alle opere critiche degli studiosi  Massimo Firpo, Salvatore Caponnetto ed altri,  la frequentazione e lo studio, assiduo e costante del materiale conservato al 'Gabinetto dei disegni e delle Stampe' degli Uffizi : dunque gli strumenti giusti per l'assimilazione nell'ambito della filologia.
Studiare questo pittore gli ha permesso di assimilare quel ciclo pittorico, che ha chiamato 'gli affreschi proibiti' dell' abside di San Lorenzo in Firenze, a tal punto da consentirgli di riproporli in varie occasioni e mostre. Una di queste, allestita nella Basilica di S. Lorenzo in Firenze nel 2003, è stata commentata dal Prof. Antonio Paolucci, al tempo Soprintendente per il Polo Museale fiorentino, che fra l'altro ha scritto : 'Ci volevano il talento del pittore Alessandro Vannini e la determinazione di Massimo Pivetti, perchè la memoria e il rimpianto diventassero visibili figure'. Il commento è stato pubblicato in  : 'Gli affreschi proibiti del Pontormo', Catalogo della mostra allestita alla Chiesa Cristiana Evangelica dei fratelli, Firenze, 16-30 Aprile 2005 - Tip. La Marina, Calenzano (Fi).
Erano state motivazioni innanzi tutto politiche,oltre che artistiche e culturali a far decidere alla decorazione della Cappella Maggiore di S. Lorenzo : la chiesa dei Medici. A far ottenere a Jacopo Carucci, al tempo il più importante pittore fiorentino, direttamente da Cosimo I° nel 1545,  la commessa per quegli affreschi, poteva aver giocato la circostanza della sua possibile frequentazione con gli Artisti del nord Europa di passaggio dall'Italia? Di certo il Pontormo aveva già lavorato per casa Medici avendo ritratto Alessandro e Cosimo il Vecchio. Ma certamente il Circolo culturale e spirituale intorno a Juan de Valdés era forte e sostenuto dall' intellighentia del tempo ed attingeva direttamente alla fonte di Martin Lutero ed Erasmo da Rotterdam.
Quasi due secoli dopo in piena restaurazione, con i lavori di restauro della chiesa, vennero distrutti gli affreschi con l'approvazione della Elettrice Palatina Anna Maria Luisa, dopo la scomparsa dell'ultimo Medici.
Il Prof. Paolucci ci ricorda che 'In detto giorno andò in fumo la pittura di Jacopo da Pontormo che era stimata una delle bellezze di Firenze...', dal Diario del 'Capitolo di San Lorenzo' il 16 Ottobre 1738, ma - continua - '... il fumo o meglio la polvere colorata che dissolse gli affreschi luterani di Jacopo Carucci ... si è diradato'.
Gli affreschi sono ritornati fantasmatici, ... come per evocazione in un rito sciamanico.

(1) Nessuno oggi vivente ha mai visto gli affreschi. Presso il 'Gabinetto' agli Uffizi sono conservati  alcuni disegni preparatori e ricordare la visita e diffondere l'opera. Le notizie circa la collocazione delle varie scene sulle pareti, sono a noi note da questi schizzi eseguiti in primo luogo da artisti. Questi, di passaggio da Firenze, ove visitavano i monumenti e le opere d'arte della città, si fermavano volentieri ad ammirare con interesse il nuovo linguaggio pittorico che, scaturito della ventata luterana che circolava rapida in Europa, l'Artista l' aveva impiegato per  l'allestimento del colossale lavoro di cui si sapeva già negli ambienti artistici.

Francoeffe

domenica 27 gennaio 2013

DUE INTERESSANTI E COLTE RIVISTE

Due cari amici mi hanno segnalato il titolo di 2 testate di periodici, che si pubblicano nei dintorni di Firenze. Uno di questi, Michele Turchi - autore di varie pubblicazioni sulle quali ritornerò e scritti di storia locale ed altro -,  mi ha fatto presente che richiedendola all'indirizzo del suo Direttore esecutivo, mi sarebbe stata recapitata, senza alcun impegno, salvo un contributo, peraltro non obbligatorio, che però ho versato volentieri.
'Corrispondenza', tale è il titolo di questa Rivista semestrale, edita a Fiesole da 'Edizioni del Servizio Editoriale, Piazza Mino 1, 50014 Fiesole. Il recapito del Direttore Silvano Sassolini (silsasso@tiscali.it) è invece il seguente : via Propositura, 2 -52026 - Piandiscò (AR).
Ho scritto questi recapiti perchè eventuali interessati possano prendere contatto e dopo averla ricevuta, valutare personalmente la validità e il notevole interesse del periodico, che non contiene alcuna pubblicità.
La Rivista si occupa di fede, cultura e testimonianze, attraverso scritti e contributi di storia, etnologia, archeologia, arte, costume ecc...,  con anche bellissimi inserti iconografici a colori.  
Da oggi, 21 Gennaio 2013, ne pubblicherò almeno il sommario, che delineerà ancor più chiaramente le linee portanti di questo semestrale. La Rivista ha 31 anni di vita : a Dicembre è uscito il n° 62.

L'altro amico, Massimo Casprini, ha proposto alla Redazione della bella Rivista cui collabora, che mi  inserisse - immagino a titolo di prova fino alla conferma con l'abbonamento-, nella mailing-list dei recapitandi di quest' altro bel bimestrale, che ha un costo di copertina di € 4.00.
 'NotizieNostre', così tutt' attaccato,  recita il titolo di questo secondo periodico edito a Prato, Rivista dell'Associazione degli ex Alunni dell'Istituto Bruzzi, pubblicato dalla Società Editrice 'Edizioni Medicea Firenze', via della Villa Lorenzi, 8 - 50138 Firenze, tel. 055-416048. A questa è possibile rivolgere richiesta di un numero omaggio per la valutazione del suo contenuto e successivamente  sottoscrivere, se del caso, l'abbonamento (€15.00).
Come il periodico precedente, nelle sue pagine ci sono articoli e contributi di varia natura e settore. In questa primeggiano, oltre a quelli riguardanti storie e imprese di ex Alunni del Bruzzi, articoli di storia anche locale, di cultura, d' arte,di urbanistica, costume ecc...La Rivista contiene alcuni inserimenti pubblicitari..

Francoeffe


sabato 26 gennaio 2013

27 GENNAIO, LA GIORNATA DELLA MEMORIA

Una immagine fra le più significative, pur nella
sua semplicità carica di significato.
              PER NON DIMENTICARE!

Ormai da qualche anno il 27 del mese di Gennaio, ma anche in altre date, viene celebrata 'La giornata della memoria', in ricordo delle vittime di quel che è accaduto ma che non dovrà mai più accadere : il genocidio.
La 'giornata', fu inizialmente indetta per ricordare il genocidio degli ebrei accaduto nel corso della 2a Guerra Mondiale, evento che ancora qualcuno -nonostante le testimonianze orali di alcuni superstiti- si ostina, sempre meno creduto, a negare. Nel tempo si sono aggiunte altre sciagure causate dall'uomo, su cui mantenere viva l'attenzione e riflettere. Adesso fra i titoli maggiormente usati c'è questo : 'Giornata della memoria e del ricordo delle vittime della mafia'. In questo slogan è implicito anche il ricordo dei 'Servitori dello Stato' , poliziotti e Magistrati, caduti nell'adempimento del dovere.
Nel corso della 'giornata' la RAI, sia per Radio che per TV, dedicherà un notevole monte ore a trasmissioni con documentari e interviste a superstiti e report su alcune gite-pellegrinaggio ai campi di sterminio.
Il 27 gennaio su RAI 1, ore 21,30 : 'La vita è bella', il capolavoro Oscar di Roberto Benigni; alla stessa ora sul canale 22 del Digitale Terrestre -IRIS - un altro famoso e bel film sul tema della Shoah 'Schindler's list' di Steven Spielberg, con la grande interpretazione di Liam Neeson. Ancora su RAI Movie (can. 24) alle ore 1,55  'Vincitori e vinti' del 1961,  che si avvalse delle superbe interpretazioni di S. Tracy, M. Dietrich, B, Lancaster e M. Schell. Questo film, attraverso il grande lavoro di regia di Stanley Kramer, ha la bontà di scavare nel profondo e far venire allo scoperto, i caratteri, le motivazioni e le sofferenze dei personaggi principali : il giudice, l'accusa, la difesa, alcuni processati.  RAI Movie trasmetterà alle 16,30 'Il diario di Anna Frank' , una versione inglese diretta da Jon Jones del 2008.
Ciascuno di noi dovrebbe avere visto, almeno una volta uno dei titoli ricordati sopra a cui aggiungo 'Kapò', un vecchio film del 1959 di Gillo Pontecorvo : straordinaria e toccante la scena dell'arrivo di una colonna di prigionieri russi che cantano in coro. I versi e la melodia sono riconosciuti da una prigioniera al lavoro nei campi che nel sentirli si illumina esclamando : ruski! (russi), felice di ascoltare finalmente parole conosciute..
Successivamente a quest'ultimo, alcuni altri film sono improntati più al racconto di una storia con quell'ambientazione che ad una storia che descrive personaggi immersi 'in' quell'ambiente. Vengono alla mente film di produzione anglo-americana, dove i personaggi si ingegnano ad evadere da sotto e da sopra i reticolati,  in altri dove si giocano l'onore in derby di foot-ball, in altri ancora invece ci si ingegna per appurare chi ruba cosa a chi, con sullo sfondo alcuni accenni di razzismo e finale processuale, ad imitazione della supremazia della democrazia lasciata in Patria.
Nell'imminenza della data nelle vetrine dell librerie sono stati messi in evidenza titoli sul tema; le Biblioteche pubbliche propongono da diversi giorni libri sulla Shoah, sulle Leggi razziali italiane e romanzi, in particolare di Primo Levi. Alcuni di questi titolo non dovrebbero mancare nella libreria di casa. 
In ogni parte d'Italia ci saranno, anche nei giorni successivi il 27, spettacoli e concerti, celebrazioni e testimonianze, le più varie.
Questo blog vuole partecipare alla 'Giornata della memoria' 2013 evidenziandone la ricorrenza ed invitando i lettori, di ogni orientamento culturale e politico, alla meditazione ed alla vigilanza. Le derive restauratrici sono, hainoi, sempre possibili! 

a cura di Francoeffe

venerdì 25 gennaio 2013

Al Maestro Sergio Nardoni



Limpidezza di sguardo
in silenzio amico,
infinitezza di tratto,
finestre
che traggono dal reale
la sua bellezza 
e al fissano
nella nostra immaginazione.
Emozioni di luce
che s'impossessano
dello spirito.




Un rinnovato rapporto con il Maestro ha permesso la pubblicazione di questo quadro, un olio su tela, riprodotto da : T. Paloscia "Quella luce illusoria e magica nella pittura di Sergio Nardoni" - P.F. Listri "Presenze figurative all' inizio del terzo millennio" - CS1 Edizioni, Firenze 1998.
La mostra presentò molti lavori con questi personaggi variopinti e suggestivi, in altrettante pose e posture, come testimoni, spesso silenziosi e nostalgici, di una realtà che talvolta sfugge.

a cura di Francoeffe

Piccolo gruppo con fisa


mercoledì 23 gennaio 2013

Al Maestro Giuliano Ghelli



Moto ondoso
che trasporta fantasie acquose
negazione dell'opprimente realtà, 
fuga ed evoluzione di sogni,
di desideri inespressi, 
di amore,
viaggio alla scoperta
di ciò che vorremmo esistesse,
del mistero da svelare,
che intriga e incuriosisce.

In  questa  mostra,  ispirata  alla vasta produzione leonardesca,  il Maestro  espose  20  pezzi  realizzati  con varie tecniche : acquaforte, litografia,   acquerello, tecnica mista : olio e acrilico su tela.Questi lavori erano  una selezione della mostra di 50 dipinti realizzata nel 1992,  al Castello Sforzesco di Milano, dalla direzione della biblioteca Trivulziana, quale corollario dell' esposizione  di rari documenti leonardeschi custoditi nella prestigiosa raccolta milanese, sotto l'egida                   dell' ARMAND HAMMER CENTER FOR 
LEONARDO STUDIES AT UCLA. 
              
Come arrivare nel Paese delle Meraviglie.
Litografia 70 x 100 - 1991


a cura di Francoeffe


martedì 22 gennaio 2013

Al 'Caffè Pasco'

Chi è l'Autore di questi  lavori esposti ?
Se li riconosce, prenda contatto per favore
.
 La prima poesia di Alberto Presutti che voglio pubblicare è questa del 7 Maggio 1997. 
Non è la prima scritta al 'Pasco' a commento dei pittori, ne aveva già composte per alcuni artisti in precedenti esposizioni. Questa poesia ex-tempore, tecnica che del resto Alberto Presutti avrebbe impiegata per tutte le altre occasioni , la volle dedicare al locale che  nei tempi successivi, lo avrebbe visto protagonista quale poeta impegnato a 'chiosare',  da par suo, il lavoro dei pittori che esponevano al 'PASCO'.


7 Maggio  '99
dedicata a 
Franco e al 
'Caffè Pasco'

Lucentezza dell'Arte
e rapido abbaglio di emozioni
quanti pittori e quadri
Critici e letterati
televisioni
e comuni mortali
in questo suggestivo Caffè
di via Galliano,
e quasi rapito, sto
d'intime sensazioni ammaliatrici
e musica in sottofondo
in questo luogo confidenziale
d'Amore e di passioni umane
che con stile e tocco lieve
e signorile
tu, Franco 
                                                                              Amico mio, 
                                                                              con estro di ideator sublime
                                                                             fai vivere
                                                                             in ideale armonia.

a cura di Francoeffe

domenica 20 gennaio 2013

POETANDO SUI PITTORI, AL PASCO'

In occasione di vernissage alle mostre di pittura al Pasco',  un poeta, Alberto Presutti, dopo un rapido giro nelle sale ed aver breve brevemente visionato i lavori, improvvisava il suo commento in forma di   poesia su quanto aveva visto e sull'Autore.
Riusciva spesso a suscitare la sorpresa dei pittori, che confermavano il loro consenso su quanto aveva scritto. In questa collana (ri)troveremo questi commenti in versi in originale e la loro trascrizione.
Questa una breve presentazione del Poeta:

Alberti Presutti, fiorentino, è dal 1998 un promotore colturale e poeta intrattenitore con la poesia estemporanea, e dal 2006, poichè il Bon Ton è la poesia della vita quotidiana, si occupa di buone maniere, e, divenuto formatore, tiene corsi di Galateo e di Business Etiquette per privati, enti e aziende.
Collaboratore di RAI e SKY per l'Etichetta matrimoniale, nel 2010 ha pubblicato il manuale "Bentornato Galateo" per i tipi della Romano Editore.
Si può seguirlo e dal suo sito www.poetando.it e tramite Facebook www.facebook.com/MaestroPresutti.

sabato 19 gennaio 2013

C'ERA UNA VOLTA IL ...CAFFE' PASCO'

Per alcuni anni, in Firenze, ha operato un 'locale' con ampi spazi, sia di pareti che di superficie, che la sera 'tirava tardi'. Ampio e comodo, sempre con un sottofondo di musica diffuso da un sofisticato impianto diviso a settori, la sua architettura si ispirava allo stile 'post-liberty'. Bouaserie di ciliegio, come i tavoli rotondi e quadrati; ampie e comode poltroncine in vimini con le 'sedute' protette da cuscini; eleganti applique e altri lumi dal design all'avanguardia, offrivano una illuminazione regolabile e discreta.
All'ora di pranzo venivano poste sui tavoli bianche tovagliette di carta; alla sera erano ricoperti con tovaglie di stoffa, la stessa, per disegni e colori dei cuscini.
Venivano serviti pranzi di lavoro ligth e veloci, che ancora adesso si ricordano, tanta l'abbondanza e qualità. Cene anche con alla base la pizza che la maggior parte degli avventori, scambiava per cotta a legna. Memorabili e indimenticabili i cocktail preparati con cura dal barman di turno dietro il banco. Ampio e con ottima selezione di bevande alcooliche e non girava il 'menù', facile preda ricercato quale souvenir.
Dalla cucina uscivano prelibate specialità e stuzzichini dolci e salati : crostoni e crostini; bruschette e hot-dog. Ma anche magnifiche e originali coppe a base di gelato e/o frutta, splendidamente decorate.
Non passò molto tempo dalla sua apertura, che con alcuni clienti-amici, la gestione pensò bene di utilizzare quegli spazi per organizzare e ospitare eventi culturali e artistici. La maggior parte dell'inaugurazione di questi eventi erano ripresi in diretta da una TV locale, che li mandava in onda più volte nella settimana.
Mostre di pittura e scultura, conferenze sui temi più emergenti, in particolare medici; ma anche presentazione di libri, di prosa e poesia, animavano i pomeriggi frequentati volentieri dalla clientela abituale e  occasionale.
Per e con i Maestri espositori prese vita un Club : 'Gli amici del Pascò', che una volta al mese si ritrovavano intorno ai tavoli, cenando con un modico costo convenzionato.
Su quelle pareti hanno esposto alcuni dei nomi della pittura fiorentina e toscana : Bulletti, Calvetti, Maranghi, Falconi, Nardoni, Tatini, Talani e Ghelli, tanto per fare solo alcuni nomi di pittori; Calvelli e Lituani, scultori : tutti in seguito divenuti amici.
La cessata attività di quel locale ha determinato un vuoto nella Cultura e nell' attività artistica della città; ha tolto all'attività degli Artisti uno spazio espositivo di un certo rilievo e ancora adesso rimpiangono quel periodo zeppo di iniziative.
Inizio a pubblicare in due distinte 'Collane', alcuni 'amarcord' relativi agli amici che hanno esposto in quel locale : la prima Collana 'CARTOLINE', sarà dedicata alle  cartoline-invito, realizzate su un unico originale  modello; l'altra 'POESIE', ai  commenti 'a caldo' di un giovane ed eclettico Poeta che, dopo un rapido giro alle pareti addobbate, riusciva talvolta a meravigliare gli stessi Artisti tanto era rapida la sua immersione nel 'sentito' di essi stessi.

Francoeffe 

Risotto ai Calamari

Ai miei lettori.
Prima di iniziare a descrivere questa ricetta, devo spendere due righe sul mio 'mentore' in cucina : mio suocero. Lui mi ha fatto conoscere, apprezzare e alla fine cucinare alcuni dei suoi piatti, da me rivisitati, secondo i miei gusti e esperienze. Grazie a lui ho iniziato a fare i primi passi nelle varie tecniche e accorgimenti, così importanti per il buon risultato finale.
Ah, dimenticavo : questa ricetta non va interpretata, va fatta esattamente così. Fidatevi!!

Ingredienti per 4 persone :
280 gr. di riso Carnaroli; 600 di calamari freschi; 200 di pomodorini a grappolo, maturi senza semi e buccia; 15 di aglio sbucciato; 60 di cipolla rossa; 80 di burro; 2 bicchieri di vino bianco; 1/2 bicchiere di olio extra vergine di oliva; 1 cucchiaini di erbette di Provenza; 1 mazzetto di prezzemolo; 2,5 litri di brodo di pesce; sale, pepe, peperoncino q.b.

Preparazione:
Preparare subito il brodo di pesce  (con  ritagli di pesce e odori); nel mixer frullare tutti insieme pomodori, aglio, cipolla, erbette, sale, pepe, peperoncino, metà del prezzemolo, metà dell'olio e 1 dei bicchieri di vino.
Pulire bene i calamari e farli a strisce; deporre il frullato in una casseruola e farvi cuocere i calamari  a fuoco moderato per ca. 20 minuti.
Nel tegame in cui  'tireremo' il risotto si deve far sciogliere la metà del burro e il restante olio; porvi il riso e farlo 'tostare' per 5 minuti a fuoco vivace, girandolo continuamente; al termine sfumare col restante vino, dopo di che, con il brodo di pesce, da aggiungersi man mano che avanza la cottura.
Ad un terzo della cottura aggiungere la parte liquida del condimento e terminare la cottura; i Calamari si aggiungeranno quando il liquido si sarà quasi ritirato.
Terminare la cottura e, a fuoco spento, aggiungere il restante burro e il prezzemolo tritato.
Mescolare il riso, facendolo mantecare per alcuni minuti.

Buon appetito e.... alla prossima!!

Nerone





mercoledì 16 gennaio 2013

Croassant sfogliato



               
      Ingredienti per 12 persone:
     Per il ‘lievitino’: 300 gr di farina Manitoba; 50 g. di lievito di birra; un pizzico di zucchero;   acqua q.b.
     Procedimento : impastare il tutto nella planetaria; al termine si otterrà una pallina di pasta che metteremo in acqua tiepida (26° ca.)  fino a che verrà a galla.
     Ingredienti principali : 600 gr. di farina Manitoba; 70 di burro; 150 di zucchero; 40 di miele a piacere (millefiori, castagno, …); 60 di latte tiepido; 4 uova; 1 bacca di vaniglia; 5 di sale; 300 di burro per ‘sfogliare; il ‘lievitino’.
     Preparazione :
     -impastare gli ingredienti nella planetaria immettendo il  burro, 70 gr ammorbidito a crema, per ultimo;
     -sistemare l’impasto ottenuto, protetto da pellicola sopra e sotto, in una teglia da forno delle dimensioni di cm. 30 X 23 ca. e lasciare riposare in frigo per una notte;
     -lavorare i 300 gr di burro in modo che risulti una tavoletta della dimensione che sia la metà dello impasto, tenendo presente che il lato corto di questo sia come quello lungo del burro;
     Il mattino seguente :
     -Porre l’impasto liberato dalla pellicola sul piano di lavoro e sistemare la tavoletta di burro al suo centro facendo in modo che il lato corto dell’impasto corrisponda a quello lungo della tavoletta;
     -ripiegare  i  lembi eccedenti  dell’ impasto  verso  il  centro, coprendo così la tavoletta di burro,  evitando  che  si  soprammettano;  nel  caso  però  che  rimanga spazio fra questi  ridimensionare il burro per ottenere la sua copertura;
     -con il matterello eseguire i famosi ‘3 giri’ della pasta sfoglia e  riporre per  6 ore in frigo, avvolto nella pellicola, il prodotto ottenuto;
    -dividere l’ impasto  in parti uguali  (3-4) e stendere  fino  ad  uno  spessore  di 3 o 4 mm. ca., tagliare in triangoli isoscele e avvolgendoli su se stessi,  iniziando dalla base,  dar loro la classica forma ricurva del cornetto;
    -le forme così ottenute si infornano a 180° per 10 minuti, cosparsi di zucchero semolato.
     Si mangiano la domenica mattina a colazione, rilassati e senza dover correre …
     Nerone

domenica 13 gennaio 2013

LA CUCINA AMATORIALE di Nerone


Con questa breve presentazione inizia una interessante collaborazione con Nerone che ci descriverà le sue ricette. Tipo-litografo di professione lavora presso una Casa Editrice fiorentina dove è responsabile della produzione. La sua passione per la cucina è del tutto ‘amatoriale’ : semplicemente da buongustaio.
Questa Sezione è dedicata ai frequentatori del ‘Salotto’ che amano la buona tavola, il buon vino e tutto quel che gira intorno alla cucina. Saranno descritte ricette, le più varie, ed alcuni menù che potranno allietare occasioni di festa, di ricevimento o semplicemente la vostra tavola.
La prima ricetta riguarda la prima colazione : quella della domenica che è ‘sacra’ perchè di solito siamo tutti insieme rilassati, senza poi aver da correre da nessuna parte.

Momento molto adatto per gustare il risultato della prima ricetta.

Francoeffe

sabato 12 gennaio 2013

MERIGGIO










Un’altra poesia di Elvio Natali.
Assomiglia molto al lavoro di un pittore : un quadro di piccolo formato quasi terminato, ancora sul cavalletto, prezioso per quel che ritrae.


Meriggio

Di  vasta azzurrità s’innamora
sul mare il meriggio di sole,
ascolta tenace il sommesso
brusio degli anziani sul molo,
s’adagia incantato all’assolo
tra barche d’ignoto calafato.

Come resisti, mio cuore,
a tanto concerto d’amore?

Elvio era anche pittore e amava il mare : era rimasto molto legato a Piombino dove aveva mosso i primi passi nella carriera di insegnante.
Ogni estate ci ritornava e passava, incontrando i vecchi amici, quei mesi caldi.
 Non è l’unica sua poesia che ha per tema il mare.

Da ‘In tempra tesa’, Polistampa, 1998.

Francoeffe

lunedì 7 gennaio 2013

L' ATTENTATO

Era un gran caldo quella mattina del 14  Luglio 1948, quando Antonio Pallante alle 11,30 esplose i 3 colpi di pistola che colpirono Palmiro Togliatti mentre usciva dalla Camera dei Deputati.
La voce si sparse in un batter d’occhio. Mentre solo alcuni incidenti accaddero a La Spezia e Roma, alcuni morti invece contarono Napoli, Livorno, Genova ed altre città. Lo sciopero generale non fu neppure proclamato: le fabbriche e gli uffici si vuotarono rapidamente e spontaneamente; le piazze si riempivano man mano che le ore passavano. Oratori  Improvvisati cercavano di non far travalicare  le spinte al disordine che pure erano presenti. Togliatti era assai grave : lo curava il famoso Prof. Pietro Valdoni e questo dava molta fiducia.
La radio diffondeva notizie rassicuranti da una parte, ma dall’ altra si percepiva la volontà di dipingere gli scioperanti come pericolosi e certamente  sovversivi, pronti a ribaltare l’ordine.
In casa  nostra erano intanto rientrati il babbo dal cantiere, il nonno dall’ officina, lo zio Bibi dalla cabina della Valdarno.
C’era stato un passavoce ‘ … tutti pronti, ma fermi!’: il risultato fu che nel giro di un’ora la casa si riempì di amici la maggior parte dei quali armati : con pistole, con fucili, anche con un mitra dal caricatore rotondo, proprio come quelli che si vedono al cinema quando i film  parlano della guerra sul fronte russo.
Poi il messaggio del ’ferito’ fu  ascoltato.
La vittoria di Bartali fece distrarre i più dall’attentato e dalla voglia di ribaltare ……

Francoeffe

domenica 6 gennaio 2013

AMANTEA 1971



Dopo averne tanto parlato  fra noi, finalmente quel 10 Agosto arrivò : saremmo alla fine partiti per quella vacanza. Era il 1971 e con altre 3 coppie di amici, a bordo di un furgone che chiamammo ‘Scarpantibus’ (da  una trasmissione radiofonica assai in voga all'epoca) siamo partiti per quella che poi sarebbe stata ‘la vacanza’ di cui avremmo parlato per anni : mèta Amantea in Calabria, via  attraversamento degli Appennini, costa adriatica fin sotto Peschici, costa jonica e attraversamento della Sila.
Durante il tragitto, fra panorami mozzafiato e  mangiate luculliane, si dovette ricorrere all’aiuto di un tale che si prestò ad accompagnare Roberto alla Farmacia più vicina, per far fronte ad un suo … sturbo, che lo portava ogni mezz’ora ad assentarsi dal gruppo per, il più lontano possibile, ‘scaricare’ quel che di più aveva in …corpo!!
Il tizio che si pestò, gentile per la verità, aveva una Guzzi da turismo. Il passeggero sul sedile posteriore svettava rispetto al conducente. Anche Roberto, che in quanto ad altezza… bè, lasciamo andare.
Per precauzione si era portato dietro un rotolo di igienica : fece una cosa saggia perché tornò indietro senza. Prima della fine della giornata arrivammo ad Amantea, dove ci aspettava un amico di Vittorio : lavorava e viveva a Firenze ma in Agosto ‘scenneva a bascio’! Ci stabilimmo nell’Albergo prenotato in precedenza : buona posizione a 50 m. dal mare; ottima cucina locale e buon vino.
In Albergo c’erano altre 2 coppie di Firenze : accostammo i tavoli e fin dalla prima sera facemmo vita in comune. Se fino ad allora si girava in 8 nel furgone, adesso si girava in 12. Non si finiva più di scendere, destando la curiosità degli amanteani, tanto che uno di questi, neppure l’ultimo, il Capo dei Vigili Urbani, chiese : “…ma voi per caso, siete una Compagnia? “. Con ciò intendendo una Compagnia di spettacolo. La risposta? Quale avreste dato voi? “Si certo, vede? stiamo cercando una divisa adatta a questo soggiorno”. Per l’ appunto eravamo davvero in un negozio di merceria perché volevano trovare proprio qualcosa che ci caratterizzasse maggiormente : una divisa appunto!
E la trovammo : le ragazze avevano Minni stampata; noi  maschi un simbolo Maya.
6 + 6!! Una Compagnia, appunto. Il Vigile si mise a disposizione per trovare lo spazio all’ aperto necessario ad una esibizione che ci invitò a fare; si preoccupò anche di affiggere le locandine che dovevamo fare a mano. Per i permessi…… Era lui il Comandante dei Vigili!!
Ci mettemmo al lavoro : Vittorio e gli altri pensarono ai versi, io alle musiche (avevo la chitarra con me) : 3 giorni chiusi in Albergo a comporre, imparare e provare le ‘canzoni’ che avremmo cantato. I testi erano parodie delle canzoni in voga al momento : ’La canzone di Marinella’, ‘In via dei Ciclamini’, ‘Com’è bello lu primmo ammore’ e altre. Pensammo anche ad alcuni balletti : il costume di Andrea fu ricavato da una calzamaglia nera di una ragazza, chiusa interamente da una cerniera sul davanti. Per farcelo entrare si stese supino e qualcuno gli chiuse la cerniera. Pare abbia ancora, dal pube fin sotto il collo,  la ‘pista’ prodotta dalla cerniera fra la lussuriosa peluria.
La ‘location’ era splendida : una terrazza in Amantea vecchia,  affacciata sulla marina : una specie di piazzale Michelangelo in piccolo.
Le parodie si rivelarono forse ’troppo ‘ardite’ tanto che le mamme, che erano venute allo spettacolo con i figli portando vino e prugne, se ne andarono con i piccoli a gambe levate. Rimase un pubblico prevalentemente maschile che si divertì un sacco.
I dirigenti della squadra  locale,  che aveva vinto il campionato, avendo ascoltato le nostre canzoni, ci chiesero di scrivere l’Inno Sociale per festeggiare l’evento. Cosa che facemmo con loro grande soddisfazione, cantandolo anche in occasione della cena di festeggiamento che organizzarono nel nostro Albergo. La serata finì sulla spiaggia, intorno al fuoco, con grandi quantità di vino e canti fino all’alba. Fummo anche invitati, quali ospiti d’onor, alla festa  di chiusura di un Nigth Club di cui il Presidente era proprietario.
Voi non ci sareste andati?

Francoeffe

venerdì 4 gennaio 2013

ELVIO NATALI


                 








In ricordo di un Amico 

Poeta, Critico, Pittore, Professor, gli ultimi 16 anni al ‘Galileo’, il prestigioso Liceo di Firenze, dove ha ricoperto la Cattedra di italiano e latino : Elvio Natali. Ho omesso il titolo accademico perché, da dopo che si era consolidata la nostra amicizia, non voleva neppure per scherzo che lo appellassi ‘professore’. E si che lo era.
Era sufficiente ascoltarlo per capire : restano memorabili l’eleganza, la chiarezza, l’abbondanza, la ricercatezza e la puntualità delle sue parole per spiegare un punto di vista. 
Ho assistito ad alcuni incontri con suoi ex studenti e si comprendeva come questi lo amassero ancora. “Il Maestro è nell’anima”, gli citavo da una canzone di Paolo Conte, “..ecco perché ti ricordano sempre”.
Era ed è’ vero : anch’io rammento ancora con affetto e molta gratitudine il  Maestro delle Elementari.
Vorrei ricordare Elvio Natali con alcune sue poesie, da ‘In tempra tesa’, “Polistampa”, Firenze 1998, da altre raccolte e lavori. Non è stata la sua ultima fatica : nel 2000 è uscita, per i tipi di M&M. la sua traduzione di “Georgicon” di P.Vergili Maronis, un lavoro che lo ha impegnato per oltre due anni. Ho avuto il privilegio di aiutarlo in una rilettura delle bozze. 
L’ edizione in  grande  formato, presentata alla  Biblioteca  Nazionale, è corredata da 8 acqueforti ‘in folio’ del  
M° Rodolfo Ceccotti.
Non sarà l’unica volta che parlerò delle Poesie di Elvio. Ecco la prima:


BIGLIETTO

La gioia del convito si associava
al riso del tuo volto, alla loquela
d’affabile eleganza, ospite amica.
Gennaio soleggiava, quando il mare
giubilava di luce.

Da 'In tempra tesa', Polistampa, 1998

Un   ringraziamento alla famiglia e  all’ Editore per l’autorizzazione 
riprodurre alcune sue Poesie.


Francoeffe

IL COCOMERO


Formavano  veramente un bel gruppo di amici in via Scialoia : Bob e Carlino con le mogli : la Rita e la Nella; Roberto e Renato con Silvana e Luisa e i miei zii, il Bibi e Marcella.
Ne avevano anche altri di amici, sia alla ‘Villetta’ che alla Sezione PCI di via S. Zanobi, in cima a quella ripida rampa di scale che la metà bastava.
Era bello vederli insieme intorno ai tavolini della pista da ballo della ‘Villetta’ e di tanto in tanto alzarsi e girare a tempo di musica intorno alla fontana con lo zampillo basso. Gli zii non perdevano un tango che ballavano molto bene; il Bibi però svettava quando lo faceva con la Vilma, la sorella, anche quando lo ballavano suonato alla chitarra dal loro babbo, che era un mago.
La passione per la musica era di tutti in quella casa : chi con la chitarra chi con il mandolino, il violoncello e il contrabbasso, a orecchio ma con grande perizia e sensibilità.
In quel gruppo  avevano tutti più o meno la stessa età : dai 22 ai 26 anni, maschi e femmine. Anche i loro figli erano nati negli stessi anni, dal ‘48 al ‘52.
Alcuni di loro erano vecchi amici di  famiglia : Carlo detto Carlino e la moglie, la Nella, dei miei e degli zii; i loro genitori dei nonni; io e Marco della figlia. Insomma erano nostri amici. La sorella di Carlo era stata la mia madrina al battesimo.
Abitavano un appartamento fresco d'estate e caldo d'inverno :  un seminterrato con tutte le finestre che affacciavano su un ampio cortile ad una quota -5 metri dal piano stradale, riparate sotto al terrazzo dell'appartamento soprastante. Al cortile si accedeva scendendo una lunga scala comoda dai tanti gradini, ma bassi. Anche l'orientamento era interessante : rivolto a nord aveva il sole dalla mattina alla sera, quindi luce e calore. 
Il periodo peggiore era dunque l'estate, per la posizione descritta.
Ma l'ampio cortile, opportunamente bagnato al tramonto, assicurava il fresco nelle sere d'estate. Sembra strano, ma spesso si avvertiva anche una leggera brezza da Fiesole, tanto che, in quelle sere d'estate, il cortile si riempiva di amici e vicini che contribuivano alla serata con bevande e con altro, giusto per tirar tardi!
A dir la verità il venticello si sarebbe avvertito di più e meglio dalla strada, ma la compagnia degli amici e la simpatia di Carlo facevano la differenza.
Carlo, non appena si apriva il cancelletto che dava direttamente sulla strada, invitava il nuovo arrivato chiamandolo per nome a gran voce : "vieni Roberto"; "scendi Gina", ....
Gli amici che abitavano più vicino si portavano addirittura la sedia, pieghevole o rigida. Qualche moglie dei più intimi, per prendere il sole con la Nella al riparo di occhi indiscreti, lasciava in un cantuccio una poltrona a sdraio su cui grogiolarsi.
Veramente - la notizia si era saputa di straforo - la Nella di tanto in tanto si rammaricava con Carlo : '... non mi porti mai fuori...'; ' ... tutti vanno a prendere una fetta di cocomero alle Cascine o sui lungarni..'; ' ... noi stiamo sempre in casa...' e così via. Non era un rammarico isolato : pare che lo facesse spesso.
Noi eravamo abbastanza assidui, anche se i ragazzi ci dovevamo sorbire tutte le chiacchiere sui vicini, sui prezzi inavvicinabili, sulle ganze di quello e di quell'altro. Ma non c'era alternativa.
Quella sera Carlo non c'era : nel cortile c'erano già alcuni vicini seduti in circolo; c'era già stato un primo giro di vino : il fiasco finto, di quelli tutti di vetro con la paglia disegnata dalla fusione, qualcuno l'aveva portato nel pomeriggio, sistemato in un secchio e calato nel pozzo, nell'acqua fresca.
"Non so  dove sia andato - rispose la Nella -, è uscito da 5 minuto, ma penso che starà poco fuori".
Mentre le chiacchiere si infittivano accalorandosi sui risultati delle votazioni di quell'anno, il cancelletto si aprì ed ecco Carlo che già scendeva la scala, col suo passo elastico. Posò la grossa borsa che gli pendeva da una mano sul tavolino dove c'erano i bicchieri, la bottiglia dell'acqua fresca del pozzo e il vino.
Quando fu aperta apparve un enorme mezzo cocomero tagliato trasversalmente. Già con l'acquolina in bocca si vide Carlo con il cocomero in mano andare alle spalle della Nella e con un gesto rapido spiaccicarglielo sulla testa, tentando  di calcarglielo più giù girandolo qua e la come si fa quando si spreme un'arancia. "O un tu' vo' andare a prendere il cocomero alle cascine "  "O un tu' dici sempre che tu voi i' cocomero fresco?" "O senti come l'è fresco questo !"
La scena comica,  mise tutti nell' imbarazzo tanto che la serata fini li. 
Uscimmo trattenendo a stento le risate che salivano prepotenti alla bocca.
Per quell'estate nessuno si affacciò più al cancelletto che dava direttamente sulla strada.
La Nella pianse tanto, ma non chiese più di  uscire alla Cascine a prendere il cocomero, come fanno tutti !
Anzi, in quel tratto di via Scaloia, da via Bovio a via Manin, non si senti più parlare neppure di cocomero.

Francoeffe



mercoledì 2 gennaio 2013

IL MISTERO DELLE UOVA

Pareva impossibile : avevo soltanto io le chiavi della dispensa, le avevo in tasca e non c'erano altre copie. Eppure le uova sparivano. 
Mi parve logico cominciare a sospettare degli aiutanti con cui lavoravo da tempo : il sottocuoco, il minestraio, il friggitore, il pasticcere, gli sguat- teri  che  avevano  accesso alla  dispensa  in ragione del loro incarico in cucina.  Poi mi venne di sospettare anche del personale di sala : camerie- ri, sommelier, addirittura il maitre. Ma no, non era possibile che si impe- lagassero in una  questione che poteva porre termine e gettar via le loro carriere, alcune delle quali decennali. Ma  anche i più giovani : il minestraio e  il  pasticcere,  che  avrebbero fatto carte false per entrare nel mio staff di cucina. 
Alla fine li avevo apprezzati per la loro dedizione e passione per il lavoro : progressi li avevano fatti e molti, ma ancora non erano pronti per incontrare, da soli, il mondo. Comunque non cominciando così.
Dunque ero al punto di prima : le uova sparivano ed io non sapevo come porvi rimedio.
Il danno non era elevato, era la presa di giro che mi bruciava. Non potevo continuare a lavorare con questo staff e guardarmi le spalle nella mia cucina. Non mi decidevo a parlarne con loro anche perchè speravo (ma era poi così?) di prendere il colpevole con le 'mani nel sacco'! Una volta o l'altra mi sarebbe capitata l'opportunità e far pari con questa storia! Pensai anche che parlandone potevo trovare l'aiuto necessario per metter fine alla storia. Ma no, lo voglio 'beccare'!
Comincia allora a fare appostamenti e spostamenti a sorpresa. Non arrivavo più per primo in cucina, ma mai con lo stesso ritardo. Quando qualcuno non era nel mio campo visivo, andavo ai lavelli o addirittura in dispensa, che nelle ore di lavoro era aperta. Niente. Niente di niente!
Finchè finalmente un giorno ecco la fulminazione : una o due telecamera ben nascoste, posizionate in segreto da un amico.
Ero perfettamente conscio che mi sarei messo in una condizione di illegalità : non si può spiare la gente, neppure per questa 'santa' ragione, senza essere autorizzati. Ma mi bruciavano le dita e non pensavo ad altro tanto che a volte, per stare attento ai movimenti dei colleghi, sbagliavo i piatti o li facevo uscire imperfetti.
I colleghi mi guardavano stupefatti : non era mai capitato tanto in tanti anni di lavoro insieme.
Bastò però una notte per chiarire tutto l'arcano. 
Prima di chiudere la dispensa mi accertai che ci fossero uova : ce n'erano 5. Nonostante avessi solo io quella chiave, aspettai che tutti uscissero dalla cucina che chiusi, fra la sorpresa di tutti perchè la cucina non veniva mai chiusa.
In tutta la notte avrò dormito si e no 1 ora sognando ladri col volto coperto che uscivano dalla mia cucina con le tasche piene di uova; sognavo frittate gigantesche che venivano mangiate in quattro e quattr'otto; persone camuffate da cuochi che bevevano uova fino a scoppiare.
Non aspettai la solita ora per arrivare al Ristorante. Telefonai a 2 aiutanti di raggiungermi per tempo, giusto per non essere solo al momento della scoperta, se ci fosse stata.
Non sapevano niente delle telecamere e rimasero con gli occhi di fuori quando li misi al corrente della sparizione delle uova. Recuperammo la cassetta dalla prima telecamera e la svolgemmo al lettore : era completamente bianca, usata ma bianca. Non era rimasta impressa nessuna immagine . Guardai di sottecchi i ragazzi che riducchiavano sgomitandosi a vicenda. Mostrando l' indifferenza più totale ed il massimo interesse all'operazione che stavo facendo, tolsi la cassetta dalla seconda telecamera e la disposi nel lettore.
Abbiamo rischiato di schiattare in terra fulminati. In questa cassetta le immagini c'erano, eccome se c'erano.
Dopo l'attimo di sbigottimento cominciammo a ridere a crepapelle, certamente per scaricare la tensione accumulata. Queste le immagini : il buco non si vedeva, ma ci doveva essere per forza : 2 topini che si avviavano verso il ripiano, che la telecamera non vedeva ma noi sapevamo dove fosse, dove era posto il cestino delle uova : erano su un bancale appena rialzato da terra. Tempo 1 secondo e la telecamera inquadra un topino a pancia all'aria che teneva l'uovo ben fermo fra le zampette, mentre l'altro  lo tira per la coda verso la direzione donde erano venuti.
Ecco come si è risolto il mistero della sparizione delle uova dalla mia dispensa : le rubavano 2 topini ladri.

Francoeffe