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lunedì 7 gennaio 2013

L' ATTENTATO

Era un gran caldo quella mattina del 14  Luglio 1948, quando Antonio Pallante alle 11,30 esplose i 3 colpi di pistola che colpirono Palmiro Togliatti mentre usciva dalla Camera dei Deputati.
La voce si sparse in un batter d’occhio. Mentre solo alcuni incidenti accaddero a La Spezia e Roma, alcuni morti invece contarono Napoli, Livorno, Genova ed altre città. Lo sciopero generale non fu neppure proclamato: le fabbriche e gli uffici si vuotarono rapidamente e spontaneamente; le piazze si riempivano man mano che le ore passavano. Oratori  Improvvisati cercavano di non far travalicare  le spinte al disordine che pure erano presenti. Togliatti era assai grave : lo curava il famoso Prof. Pietro Valdoni e questo dava molta fiducia.
La radio diffondeva notizie rassicuranti da una parte, ma dall’ altra si percepiva la volontà di dipingere gli scioperanti come pericolosi e certamente  sovversivi, pronti a ribaltare l’ordine.
In casa  nostra erano intanto rientrati il babbo dal cantiere, il nonno dall’ officina, lo zio Bibi dalla cabina della Valdarno.
C’era stato un passavoce ‘ … tutti pronti, ma fermi!’: il risultato fu che nel giro di un’ora la casa si riempì di amici la maggior parte dei quali armati : con pistole, con fucili, anche con un mitra dal caricatore rotondo, proprio come quelli che si vedono al cinema quando i film  parlano della guerra sul fronte russo.
Poi il messaggio del ’ferito’ fu  ascoltato.
La vittoria di Bartali fece distrarre i più dall’attentato e dalla voglia di ribaltare ……

Francoeffe

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